Flop reddito di cittadinanza, il Comitato Scientifico: "Non è stato percepito dalle famiglie povere"

Il Comitato scientifico ha formulato raccomandazioni chiave, la maggior parte già concretizzati grazie al lavoro dell'esecutivo

Flop reddito di cittadinanza, il Comitato Scientifico: "Non è stato percepito dalle famiglie povere"

Non sono state le famiglie povere le principali percettrici del Reddito di Cittadinanza. La percentuale di nuclei in condizioni di povertà assoluta, secondo i parametri Istat, che hanno beneficiato delle prestazioni di sostegno al reddito ha raggiunto il picco del 38% nel 2021. Lo scenario che emerge dal Comitato Scientifico per la valutazione degli esiti del Reddito di cittadinanza e della Pensione di cittadinanza mette in risalto la mancata la partecipazione alla misura di un rilevante numero di famiglie povere. Le motivazioni? I criteri normativi per la selezione dei potenziali beneficiari assieme a una quota dei percettori, il 46,6 nel 2022, che non si trovavano in condizioni di povertà secondo i canoni utilizzati dall’Istat. Il Comitato raccomanda alcune azioni tra cui aggiornare le soglie Isee e il potenziamento delle politiche attive del lavoro, ma la maggior parte di queste sono già state messe in atto dall'esecutivo.

La valutazione

Il Comitato Scientifico ha considerato l'intero periodo di attuazione della misura, dal primo aprile 2019 al 31 dicembre 2023, ovvero il momento che precede l'entrata in vigore della riforma con l’introduzione dell’Assegno di inclusione dal primo gennaio 2024. La Relazione considera le indicazioni della Raccomandazione del Consiglio Europeo del 30 gennaio 2023 che riguarda un reddito minimo adeguato per garantire l’inclusione attiva e usa fonti statistiche tra cui Istat, Euromod, Inps, Anpal, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Inoltre è stata valutata l'efficacia dei sussidi e delle misure di politica attiva del lavoro e di inclusione sociale per le famiglie e le persone in condizioni di povertà assoluta, nonché per i beneficiari delle prestazioni.

I numeri

Secondo l’analisi circa 2,4 milioni di nuclei familiari e 5,3 milioni di persone hanno beneficiato del sussidio di integrazione al reddito per almeno un mese. In media, i percettori del Reddito di cittadinanza hanno ricevuto il sostegno per 26,4 mensilità, mentre quelli della Pensione di Cittadinanza per 32 mensilità. Approssimativamente un terzo dei soggetti ha ricevuto il sussidio per l'intero periodo di validità. Complessivamente, la spesa pubblica impegnata per questi sussidi ha superato i 34 miliardi di euro. Come anticipato, nel 2021 solo il 38% delle famiglie è in condizioni di povertà assoluta le quali hanno beneficiato delle prestazioni di sostegno al reddito, un numero che è diminuito al 32,3% nel 2022, rappresentando il 58,7% di tutti coloro che hanno usufruite delle misure nel 2021 e riducendosi al 53,4% nel 2022. Queste stime indicano che un numero significativo di famiglie povere non ha partecipato ai programmi, in parte a causa dei criteri normativi utilizzati per selezionare i potenziali beneficiari e perché una quota considerevole di coloro che hanno ricevuto il sostegno (46,6% nel 2022) non soddisfa i requisiti di povertà secondo i parametri dell'Istat. In sostanza l’efficacia del Reddito di cittadinanza sulla platea dei bassi redditi è risultata più elevata nel corso della pandemia Covid, ovvero nel periodo che va dal 2020 al 2021. È stata necessaria metà della spesa del biennio, 8,3 miliardi di euro, per ridurre solo dello 0,8% l’indice delle disuguaglianze e dell’1,8% il rischio di povertà. Con la ripresa economica e dell’occupazione, le domande accolte sono poi diminuite, principalmente perché le persone sono rientrate nel mondo del lavoro. Ancora più netta l'analisi sulle politiche attive per il lavoro e l’inclusione sociale, si legge nella relazione “allo stato attuale non si registrano effettivi riscontri sull’entità delle misure adottate, sulla loro efficacia e sull’attuazione delle condizionalità previste dalle norme e delle sanzioni relative alla mancata adesione dei beneficiari”.

Le raccomandazioni

Il Comitato scientifico ha formulato raccomandazioni chiave per migliorare l'efficacia delle nuove misure come l'Assegno di inclusione e il Supporto alla formazione e al lavoro. Sono diversi i consigli già concretizzati grazie al lavoro dell'esecutivo. In primis è stato suggerito di aggiornare le soglie ISEE considerando l'effetto dell'inflazione recente. Secondariamente è stata proposta l'integrazione del sussidio nazionale con misure personalizzate e programmi di potenziamento dei servizi, una misura già messa in atto dall'esecutivo. Inoltre è stato consigliato di promuovere l'audit e il coinvolgimento del privato sociale e del terzo settore, di fatto è già prevista questa misura per coloro che percepiscono il Supporto Formazione e Lavoro e dell'Assegno di inclusione. È stato poi suggerito di potenziare le politiche attive del lavoro, grazie alle Agenzie per il lavoro e consentendo la cumulabilità dell'indennità con i salari: azione già avviata dal Ministro Calderone fin dal decreto Lavoro del 2023 che ha istituito Sfl e Adi. Stesso discros per la proposta di dare priorità ai Progetti Utili per la Collettività (PUC) per le persone in particolare difficoltà lavorativa e sociale , ad oggi accessibili a tutti. Inoltre viene proposto di rafforzare le piattaforme nazionali di gestione delle informazioni sulle misure per migliorarne l'efficacia e la razionalizzazione della spesa, ricordiamo che dal 1° settembre il tutto viene gestito dalla piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa).

A questo proposito il il Presidente del Comitato Scientifico per la valutazione del Reddito di cittadinanza, Natale Forlani, ha affermato: "L’introduzione del Reddito di cittadinanza ha consentito un significativo aumento del tasso di partecipazione rispetto al precedente Reddito di inclusione. Complessivamente però, il rapporto tra la spesa impegnata e i risultati ottenuti in termini di riduzione del numero delle persone povere e di efficacia delle misure di politica attiva del lavoro e per l’inclusione sociale, non sono soddisfacenti”.

La valutazione finale

Il Presidente del Comitato Scientifico ha poi specificato che è stata analizzata la valutazione finale del RdC, suddividendola nelle tre fasi che hanno caratterizzato la gestione del provvedimento: l'avvio delle prestazioni senza adeguati strumenti di controllo e servizi per le politiche attive, il biennio della pandemia da Covid-19 durante il quale il RdC ha contribuito al contenimento della povertà insieme ad altre misure di sostegno ai redditi promosse dalle Istituzioni, e infine la ripresa dell'economia e dell'occupazione, che ha portato a una significativa diminuzione delle richieste ma ha coinciso con un notevole aumento dell'inflazione. Forlani ha poi affermato: “Le nuove misure introdotte dalla riforma, l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro consentono di rimediare alcune criticità del Reddito di cittadinanza e di rafforzare il ruolo delle politiche attive nel contesto di una forte crescita dell’occupazione, ma dovranno essere valutate anche per l’efficacia della riduzione della povertà.

In tal senso, il Comitato Scientifico ha formulato alcune Raccomandazioni per le istituzioni preposte, a partire dall’esigenza di adeguare la soglia del reddito Isee per la partecipazione alle misure tenendo conto del tasso di inflazione registrato negli anni recenti".

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