A gennaio scatta l'aumento delle pensioni, Giorgetti firma il decreto

Il ministro dell'Economia ha firmato il decreto che dall'1 gennaio 2023 dispone un adeguamento pari a +7,3% delle pensioni dei cittadini

A gennaio scatta l'aumento delle pensioni, Giorgetti firma il decreto

A gennaio 2023 scatta l'aumento delle pensioni. A disporlo è il decreto firmato da Giancarlo Giorgetti: a partire dall'1 gennaio 2023 ci sarà un adeguamento pari a +7,3% delle pensioni dei cittadini. Nella nota diffusa dal ministero dell'Economia e delle Finanze viene spiegato che l'aumento, come previsto dalla normativa vigente, è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall'Istat il 3 novembre 2022.

Il capitolo pensioni

La notizia è stata accolta in maniera positiva da Carmelo Barbagallo: il segretario generale della Uil Pensionati ha sottolineato che l'intervento "protegge il potere d'acquisto delle pensioni dal morso dell'inflazione". Al centro delle richieste rientrano anche la riduzione della pressione fiscale ai pensionati e l'ampliamento della platea dei beneficiari della quattordicesima con l'incremento dell'importo per chi già la riceve. "Sono i temi centrali della piattaforma unitaria del Sindacato dei pensionati sui quali chiediamo risposte", ha annotato Barbagallo.

Il ministro Giorgetti, intervenuto in audizione alle commissioni speciali riunite di Camera e Senato sulla Nadef, ha fatto sapere che nel periodo 2022-2025 "la spesa per pensioni assorbirà risorse per oltre 50 miliardi". Il titolare dell'Economia non ha escluso l'ipotesi di Quota 41, magari andando a pescare delle risorse dal reddito di cittadinanza.

L'allarme di Meloni ai sindacati

Nel pomeriggio il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto un incontro a Palazzo Chigi con i sindacati. Il primo ministro ha posto l'attenzione sulla crisi internazionale tra pandemia, emergenza energetica, aumento dei costi delle materie prime e inflazione ormai vicina al 10%. "Serve un ragionamento complessivo. Oggi le pensioni sono inadeguate e domani rischiano di essere inesistenti. Non se riusciremo ad agire sulle pensioni già nella legge di bilancio", avrebbe dichiarato il capo del governo.

Tra le ipotesi sul tavolo c'è anche quella di agire sulle pensioni rivedendo l'attuale meccanismo del reddito di cittadinanza. Un'indicazione in tal senso è arrivata giorni fa da Matteo Salvini, che ha proposto di realizzare Quota 102 sospendendo per sei mesi la misura targata Movimento 5 Stelle a quei percettori che sono in condizioni di lavorare e che già lo percepiscono da 18 mesi.

Nel ventaglio delle opzioni rientra pure la quota flessibile che starebbe valutando il ministro del Lavoro Marina Calderone: si tratterebbe di dare la possibilità di pensione a 470mila lavoratori tra i 61 e i 66 anni con 35 anni di contributi e una riduzione proporzionale dell'assegno.

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