Ci si è "accorti" di loro, degli infermieri, durante il periodo più buio della pandemia, quando hanno messo a repentaglio la propria vita per garantire supporto e servizio ai pazienti nelle strutture ospedaliere, poi tutto è rientrato nella “normalità”. O quasi, se pensiamo alle aggressioni nei confronti del personale sanitario in alcuni pronto soccorso od ospedali, alla carenza cronica di questa tipologia di personale nelle nostre strutture pubbliche e, ancora, alla scelta di molti nel preferire strutture private a quelle pubbliche (quando non la vicina Svizzera) per motivi economici. Ma quanto guadagna oggi questa figura professionale nel nostro Paese? Ci sono differenze fra Nord, Centro e Sud? E all'estero, com'è la situazione? Cerchiamo di rispondere a queste domande, conoscendo anche meglio percorso e mansioni dell’infermiere.
Il percorso
In Italia, per poter diventare infermiere bisogna completare un corso universitario di laurea triennale in Infermieristica, in cui si acquisiscono tecniche di base, competenze cognitive, comunicative, gestuali. Terminato il ciclo di studi è necessario, per lavorare, iscriversi all’Ordine delle Professioni Infermieristiche. Vi sono poi anche lauree specialistiche biennali, orientate a dottorato di ricerca e coordinamento, e master di specializzazione, tramite i quali si può diventare un infermiere di sanità pubblica, psichiatrico, pediatrico, geriatrico o di area critica. Attraverso percorsi universitari o di formazione permanente si può inoltre ottenere le qualifiche di caposala, ferrista o triagista.
Quali mansioni
Un “professionista intellettuale, competente, autonomo e responsabile”. Così viene definita questa figura dal Decreto 739/94 sulla determinazione del profilo professionale dell’infermiere, il cui ruolo consiste in sintesi nel prendersi cura della persona e della collettività. Gli ambiti in cui si muove sono assistenza al paziente (mansione che può essere di tipo tecnico, relazionale o educativo), prevenzione delle malattie, riabilitazione, promozione di uno stile di vita sano. Al di là degli ambiti generali d’azione, nel dettaglio l’infermiere si occupa di identificare, o partecipare all’individuazione dei bisogni di salute del singolo e della collettività, di formulare e pianificare l’intervento assistenziale infermieristico in completa autonomia, con i relativi obiettivi, di garantire la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-sanitarie, di collaborare con gli altri operatori sanitari (come i medici) e sociali e di avvalersi del personale di supporto, come gli oss (operatori socio sanitari).
Guadagno
Per rispondere alla domanda "quanto guadagna un infermiere?" è importante sapere che questi operatori possono lavorare sia nel settore pubblico, sia in quello privato. Non è raro inoltre trovare anche nelle strutture ospedaliere personale assunto tramite cooperativa. Vi sono inquadramenti contrattuali diversi, cui può non corrispondere talvolta lo stesso salario. A stabilire le linee guida per professione e remunerazione è il CCNL Sanità.
Prendendo in esame gli infermieri inquadrati nel settore pubblico, lo stipendio varia in base alla categoria di appartenenza. Un infermiere qui percepisce in media uno stipendio di 29.233 euro lordi all’anno, più alto o più basso a seconda dell’esperienza e dei compiti svolti all’interno del presidio sanitario. Dopo l’ultimo rinnovo del contratto collettivo, entrato in vigore alla fine del 2022, è stato previsto un aumento in busta paga di circa 175 euro mensili.
L’attuale retribuzione annua per un infermiere è compresa tra i 24.157,28 euro e i 32.081,46 euro lordi, che dipende dal luogo in cui svolge la professione (ambulatorio, sala operatoria, terapia intensiva, etc.). Importi cui si aggiungono straordinari, indennità per turni notturni e tredicesima, ed altri extra per i 277 mila infermieri che operano nel pubblico, come e indennità professionale specifica, e indennità di specificità infermieristica.
I livelli retributivi di categoria partono dal livello più basso D (o D0), con uno stipendio lordo di 2.013,11 euro, e un aumento di 90,24 euro, per arrivare al D6, con uno stipendio lordo di 2.429,43 euro e un aumento di 96,92 euro. Per i coordinatori e i dirigenti infermieristici, la scala di contrattuale va invece dal livello DS (o DS0), con un lordo di 2.165,23 e un aumento di 91,57 euro, al DS6, con un lordo di 2.673,46 e un aumento di 101,67.
A chi rientra nel profilo di infermiere pediatrico, infermiere senior e infermiere pediatrico senior, è corrisposta una cifra mensile di 72,79 euro come indennità infermieristica. L’indennità notturna corrisponde 4 euro all’ora per il servizio svolto dalle 22 alle 6, mentre quella per i servizi di pronta disponibilità (che hanno un tetto mensile di 7), è di 1,80 euro all’ora.
È importante tenere presente che questi numeri rappresentano una media e che dunque si possono registrare variazioni in positivo o negativo, in base ad esperienza e regione.
Gli stipendi da Nord a Sud
Guardando ai dati regione per regione, si nota che nelle regioni del Nord e del Centro Italia la retribuzione degli infermieri è maggiore rispetto a quelli delle regioni del Sud, anche se non mancano le sorprese. Fra le regioni con i salari più alti ci sono Liguria, Lombardia e Toscana, dove un infermiere guadagna in media rispettivamente fra i 2.159 e i 2.792 euro al mese. In Piemonte e nelle Marche un infermiere guadagna mediamente circa 2.000 euro al mese, mentre nel Lazio la cifra scende a 1.954 euro. Retribuzioni ancora più basse in Sicilia, Veneto ed Emilia-Romagna, con stipendi medi che vanno da1.650 a 1.952 euro al mese.
Attenzione: si tenga presente che questi dati rappresentano una quadro generale e che, come detto, possono verificarsi eccezioni o variazioni in base a fattori contrattuali e individuali e che, come per altre categorie, oltre allo stipendio base, gli infermieri possono beneficiare di straordinari, premi, benefit e opportunità di crescita professionale.
E nel privato?
Non differisce di molto il discorso nel privato, dove gli infermieri guadagnano circa 1.500 euro al mese (qui i dati disponibili si riferiscono al netto), con un ventaglio che spazia dai 1.100 euro ai 2.500 euro. In questo caso, le differenze, a volte anche notevoli, si possono riscontrare da un’azienda all’altra. Chi ad esempio lavora nelle Onlus e nelle cooperative, può percepire anche solo 1.000 euro al mese, mentre gli infermieri nei pronto soccorso e sale operatorie possono arrivare ai 2.000 euro netti. Chi riveste posizioni dirigenziali può raggiungere circa 3.000 euro al mese. In generale, però, va tenuto conto che a inizio carriera un infermiere privato può guadagnare leggermente meno rispetto a un operatore pubblico, ma avrà la possibilità di guadagnare di più dopo aver maturato una certa anzianità di servizio.
Da considerare anche che il lavoro sanitario può essere svolto come libero professionista. Con l’iscrizione a Enpapi (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica) e aprendo una Partita Iva, ci si può mettere in proprio e predisporre un tariffario in autonomia, facendo ovviamente riferimento alle linee generali. Aumentano le persone che scelgono questa soluzione, anche a fronte di una certa difficoltà a lavorare per le cooperative.
Gli stipendi all’estero: Unione Europea
Malgrado adeguamenti contrattuali e aumenti, oggi gli infermieri italiani guadagnano meno rispetto ai loro colleghi europei: stando a recenti rilevamenti OCSE, gli stipendi italiani si attestano parecchio al di sotto degli standard europei. In Francia il guadagno di un infermiere può arrivare a circa i 34.000 euro lordi annui, in Spagna fino a 35.400; la Germania retribuisce gli infermieri con 41.000 euro; in Belgio e in Irlanda il guadagno di un infermiere può superare i 50.000 euro annui; il paese europeo dove si registrano gli stipendi più alti per gli infermieri è il Lussemburgo, dove può toccare punte di 83.000 lordi annui.
Gli stipendi all’estero: paesi extra europei
Iniziamo dalla Svizzera, dove in media un infermiere guadagna 3.300 euro netti al mese (ed ecco anche il perché dell’esodo di molti professionisti italiani della categoria verso la Confederazione). Spostandosi nel Regno Unito, gli infermieri percepiscono uno stipendio pari a 2.000 sterline nette al mese, cui si aggiungono bonus e straordinari, non presenti in busta paga e calcolati in base a un sistema differente da quello italiano.
Negli USA lo stipendio medio degli infermieri si aggira attorno ai 77.500 dollari annui, con orari più impegnativi; stipendi alti anche in Australia, seppure a fronte di un percorso di formazione molto lungo e costoso: circa 80.000 dollari australiani annui, pari a oltre 50.000 euro.
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