Gas a 54 euro per le tensioni in Medio Oriente. Cosa dobbiamo aspettarci

Si tratta del maggior rialzo settimanale da agosto 2022

Gas a 54 euro per le tensioni in Medio Oriente. Cosa dobbiamo aspettarci
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La settimana si è conclusa con una notizia che ha scosso i mercati energetici: il prezzo del gas ha registrato un balzo significativo, segnando il maggior rialzo settimanale dal lontano agosto del 2022. Il contratto Ttf, negoziato ad Amsterdam, ha concluso la seduta con un aumento dell'1,85%, raggiungendo i 53,98 euro al megawattora. La guerra tra Hamas e Israele sta avendo delle conseguenze economiche decisamente critiche.

Le stime

Prendendo in considerazione i dati sul gas, secondo le stime di Bloomberg, i numeri rappresentano un aumento del 35% rispetto alle quotazioni precedenti. La causa principale di questa brusca impennata nei prezzi è l'aumento della tensione in Israele. Il Paese mediorientale si trova in una situazione di incertezza a causa delle crescenti minacce di un'invasione della striscia di Gaza.

Le incertezze

Crescono le preoccupazioni in merito a un possibile stop alla produzione. A questo proposito la compagnia petrolifera Chevron ha compiuto un passo significativo chiudendo lunedì la piattaforma di Tamar, situata a sud di Israele e a soli 25 chilometri dalla zona di Gaza. Questo gesto ha alimentato ulteriormente i timori di interruzioni nell'approvvigionamento di gas naturale. Tuttavia, l'attività nel gigantesco giacimento di Leviathan, l'altra importante risorsa di gas del Paese, continua a proseguire. Questo fornisce un certo grado di stabilità al mercato globale del gas, ma la situazione rimane instabile a causa delle tensioni geopolitiche in corso.

L’influenza degli eventi geopolitici

Il mercato del gas naturale è notoriamente sensibile a eventi geopolitici e interruzioni nella catena di approvvigionamento e l'attuale crisi in Israele è diventata il catalizzatore di questa significativa impennata dei prezzi. Gli investitori e gli operatori del settore stanno monitorando attentamente gli sviluppi in Medio Oriente, sperando che la situazione si risolva pacificamente per evitare ulteriori scosse nei mercati energetici globali. Inoltre anche il conflitto tra Russia e Ucraina continua a creare instabilità e quindi l'interesse dei fornitori a tenere alti i prezzi. Il conflitto mediorientale si aggiunge ai fattori che causano criticità economiche.

L’Italia e il gas

In merito alla questione è bene ricordare che i prezzi del gas vengono stabiliti in un mercato finanziario centralizzato. Questo aspetto significa che qualsiasi destabilizzazione ci siano delle ripercussioni sui prezzi a livello generalizzato.

Inoltre i principali fornitori dell'Italia sono Algeria e Azerbaigian assieme ad altri paesi della zona mediorientale. Si tratta di realtà che si trovano in situazioni di conflittualità sempre più intense.

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