
Un esonero tra il 9% ed il 35% dei contributi da versare per le lavoratrici madri con reddito da lavoro autonomo o dipendente inferiore a 40mila euro e con almeno due figli.
Lo prevede la legge di bilancio 2024 che ha confermato uno sgravio in busta paga dei contributi a carico delle lavoratrici madri ma con alcune differenze rispetto agli anni passati.
Difatti tra le beneficiarie sono state incluse anche delle lavoratrici in regime di lavoro autonomo ma cambiano anche reddito e numero di figli a carico.
Entriamo più nel dettaglio.
A chi spetta
Per le lavoratrici dipendenti non c’è differenza se l’attività sia svolta per il settore pubblico o privato, ma per potervi accedere occorre avere almeno tre figli a carico. La differenza rispetto alla precedente misura è principalmente nel numero di figli a carico che precedentemente erano due mentre ora sono tre; inoltre, negli anni passati spettava a prescindere dal reddito mentre ora il reddito massimo è quello dei 40mila euro.
Potranno accedere all’esonero contributivo, però, anche le lavoratrici dipendenti con due figli a carico purché il reddito sia inferiore a 40mila euro ed uno dei 2 figli sia inferiore ai 10 anni di età.
Sono escluse, però, le lavoratrici che, pur avendo una forma subordinata di dipendenza, abbiano un contratto di lavoro a tempo determinato.
La principale novità introdotta dall’ultima legge di bilancio è la possibilità di accedere all’esonero anche per le lavoratrici libero professioniste purché abbiano almeno due figli (di cui uno di età inferiore a 10 anni) e con Isee sino a 40mila euro annui.
Sono escluse, però, le libere professioniste con partita Iva che abbiano optato per il regime forfettario.
A quanto ammonta
Per le lavoratrici con contratto dipendente, l’esonero spetta nella misura del 9,19% dello stipendio e viene applicato direttamente in busta paga andando ad incidere direttamente sulla quota di contributi a carico della lavoratrice. Ciò comporterà un aumento diretto del netto in busta paga.
Nel caso di lavoratrici autonome, invece, l’esonero è pari a circa il 35% dei contributi totali versati andando ad incidere, nello specifico, sulla quota di contributi obbligatori che devono essere versati dalle lavoratrici all’Inps o alla propria Cassa previdenziale.
I contributi “mancanti” saranno comunque versati ma non dalla diretta interessata ma dallo Stato e, dunque, saranno conteggiati nel cumulo contributivo.
Come precisato
dall’Inps nel messaggio del 3 febbraio, l’agevolazione, inoltre, “Dal 2027, le lavoratrici madri di tre o più figli potranno beneficiare dell’agevolazione fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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