PagoPA, novità in arrivo: cosa ha deciso il governo

La società dovrebbe essere ceduta all'Ipzs, l'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, e a Poste Italiane

PagoPA, novità in arrivo: cosa ha deciso il governo
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Il governo prepara il terreno per arrivare alla cessione di PagoPA, società che si occupa di gestire i pagamenti indirizzati alla pubblica amministrazione, all'Ipzs, l'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, e a Poste Italiane, secondo quanto previsto dal più recente decreto legge inerente il Pnrr.

Il decreto legge

Il tutto è inserito all'interno di un articolo in cui si preparano le basi per "It-Wallet", l'applicazione d'identità digitale su cui il governo sta ancora lavorando: in esso è inserita una clausola che consente all'Ipzs e a Poste Italiane di rilevare integralmente le quote azionarie di PagoPA, oggi nelle mani del Mef. La maggioranza del pacchetto azionario (almeno il 51% quindi), sempre secondo quanto stabilito nel decreto legge, dovrà obbligatoriamente andare all'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, anch'esso controllato dal ministero dell'Economia e delle Finanze.

Il dl, che si pone come obiettivo il "rafforzamento dell'interoperabilità tra le banche dati pubbliche" e la "valorizzazione della Piattaforma nazionale digitale dati", dovrà essere votato in Camera e Senato prima di poter diventare legge entro i successivi due mesi. Solo da quel momento le due società potranno esercitare il loro diritto di rilevare le quote di PagoPA dal Mef.

Identità digitale

Il progetto va a braccetto con quello dell'"It-Wallet", l'app nazionale che si occuperà dell'identità digitale: nel portafoglio digitale gratuito, che troverà spazio all'interno della app IO, saranno caricati documenti personali come la carta di identità, la tessera sanitaria, la patente, il passaporto, la carta europea della disabilità, e anche le ricette mediche. Il decreto arriva un po' in ritardo rispetto ai progetti iniziali del sottosegretario all'Innovazione digitale Alessio Butti (FdI), che lo avrebbe voluto emanare nel luglio del 2023.

Con "It-Wallet", che probabilmente sarà integrata nella app IO da settembre 2024, il nostro Paese anticipa il progetto di una app di identità digitale europea, per quanto sarà comunque necessario seguire le linee guida tracciate dall'UE.

L'acquisizione di PagoPa da parte dell'Ipzs rientra peraltro perfettamente nel piano di razionalizzazione dei più importanti sistemi di identità digitale già presenti, ovvero lo Spid e la Cie, con una predilezione più volte dichiarata da FdI per quest'ultima. La Carta di identità elettronica è infatti un documento emesso dal Viminale e prodotto proprio dall'Istituto poligrafico e Zecca della Stato, mentre al momento PagoPA è la app titolare del progetto dell'EU Digital Identity.

Cosa accadrà ora

Il primo passo verso questa acquisizione dovrebbe essere quello di definire un valore di PagoPA tramite una due diligence. Punto di riferimento è l'ultimo bilancio disponibile del 2022, quando la società registrò ricavi per 56,9 milioni di euro (in crescita rispetto ai 31 milioni del 2021) e un utile di 5,2 milioni.

PagoPA "ha gestito un totale di oltre 331 milioni di transazioni, più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2021, per un controvalore di oltre 61 miliardi di euro", si legge in una nota pubblicata dall'amministratore unico Alessandro Moricca. "Oggi la piattaforma serve oltre quattro quinti (84,2%) della popolazione maggiorenne residente e conta una media di circa 13,8 milioni di utenti mensili, tra persone fisiche e giuridiche". Per quanto concerne invece la app IO, su cui verrà caricato "It-Wallet", essa è usata da una media di 6 milioni di cittadini italiani.

Altro punto fondamentale sarà quello di comprendere quale sarà il peso specifico di Ipzs che, come detto, dovrà avere la maggioranza delle azioni rispetto a Poste Italiane. Se si andrà oltre il 51%, quota minima prevista, è chiaro che i rapporti di forza tra le due società saranno molto squilibrati e resterà da capire in che modo esse potranno interagire. Unica cosa certa, come garantito dal governo, è che le piattaforme sviluppate da PagoPA come ad esempio il Centro stella per i pagamenti digitali, rimarranno sotto il controllo dello Stato.

Anche se può sembrare strano, rimane qualche piccolo dubbio su Poste Italiane: il gruppo non è citato in modo

esplicito nel decreto legge, ma se ne fa un riferimento diretto quando si parla del servizio postale. Sembra ovvio che ci si riferisca a Poste Italiane, anche se in calce al decreto si legge "norma in verifica".

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