Anche se non si tratta di una situazione che si verifica tanto spesso, non è inusuale che il domicilio e la residenza di un contribuente differiscano tra di loro: cosa accade in casi del genere per quanto concerne il pagamento della Tari? Il cittadino deve versare la tassa sui rifiuti sia per la casa di sua proprietà che per quella in cui magari vive in affitto per motivi di lavoro? In effetti il rischio di dover pagare una doppia tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti esiste eccome, ma esistono dei modi per evitare il problema.
Partiamo innanzitutto col dire che la Tari è un'imposta dovuta per chi detiene o occupa a qualunque titolo immobili o aree scoperte che possono produrre rifiuti, e questo indipendentemente dal fatto che in un dato momento essi siano prototti o meno. Ciò significa, pertanto, che a pagare la tassa non è solo il proprietario del bene immobile ma anche il locatario, colui che beneficia dell'usufrutto di un'abitazione o anche chi la occupa con un contratto di comodato d'uso gratuito. Anche nel caso in cui il bene immobile non risulti abitato da nessuno, il versamento della Tari è obbligatorio.
Ciò premesso, quindi, il contribuente deve pagare l'imposta per la sua prima casa, quella in cui risiede, o eventualmente anche per una seconda abitazione che risulta in suo possesso. Fin qui nulla di eccezionale, ma cosa accade qualora la residenza e il domicilio differiscano? In questo caso il diretto interessato dovrebbe pagare due volte la Tari, ovvero per entrambi gli immobili che utilizza e nei quali può potenzialmente produrre rifiuti. Esiste un modo per evitare una situazione del genere?
Secondo quanto indicato dalla legge, la residenza è il luogo in cui la persona ha dimora abituale, ovvero quello nel quale vive abitualmente col proprio nucleo familiare e in cui ha l'indirizzo della sua abitazione principale. Per domicilio si intende invece il "luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi". Nella maggior parte dei casi residenza e domicilio coincidono, ma non è inusuale che ciò non accada.
Questo avviene, per esempio, quando un contribuente risiede in un comune ma è costretto a stabilire altrove il proprio domicilio per questioni di lavoro o studio, decidendo di non modificare la propria residenza: si tratta dei casi degli studenti fuori sede o dei lavoratori che svolgono le proprie mansioni in un altro comune e poi fanno ritorno a casa dai propri cari ogni weekend.
il diretto interessato, per cui residenza e domicilio differiscono, è tenuto a pagare la Tari per l'abitazione familiare, in cui vive solo nei festivi e nei fine settimana, e per quella in cui magari vive in affitto per motivi di lavoro: ecco che si viene a verificare il rischio di dover pagare una doppia Tari, pur non occupando il contribuente le due abitazioni nello stesso momento. Come è meglio procedere in questi casi?
Innanzitutto è consigliabile rivolgersi al proprio Comune di residenza, per comprendere se nel regolamento interno sia previsto il pagamento della Tari non per i residenti bensì per i domiciliati in un immobile: in caso affermativo si può procedere inoltrando all'Ente la documentazione necessaria per dimostrare di aver cambiato domicilio.
Così facendo si pagherà la propria parte di imposta sui rifiuti esclusivamente per l'abitazione in cui si è domicilati. Qualora tale possibilità non sia contemplata, l'unico modo di procedere per non pagare la doppia tassa è quello di spostare la propria residenza dove si è domiciliati e solo per questa si dovrà versare la Tari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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