Scudo erariale, c'è la proroga: a chi è rivolto e quanto durerà

È una forma di protezione dal cosiddetto danno erariale. Gli amministratori potranno usufruirne per 6 mesi, ma la Corte dei Conti si schiera contro

Scudo erariale, c'è la proroga: a chi è rivolto e quanto durerà
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Gli amministratori pubblici potranno usufruire di altri 6 mesi di scudo erariale. Ma di cosa si tratta? In sostanza è una forma di protezione dal danno erariale. La responsabilità contabile, nel caso in cui ci fosse una colpa grave, verrà limitata fino al termine del 2024, ricordiamo che prima della misura in questione la suddetta scadenza era fissata al 30 giugno 2024. La novità è stata definita all’interno di un emendamento al decreto Milleproroghe approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera. Ecco di cosa si tratta nello specifico.

Il danno erariale

Lo scudo erariale può essere anche definito come un esborso indebito di denaro pubblico. Il danno erariale, appunto, consiste nel danneggiamento o nella perdita di beni o denaro (danno emergente) prodotto alla propria o ad altra amministrazione (art. 1, quarto comma, L.n. 20/1994), o nel mancato conseguimento di incrementi patrimoniali (lucro cessante).

Perché è stato introdotto

Lo scudo erariale, introdotto nel 2020 durante la pandemia di Covid-19 attraverso il decreto legge Semplificazioni del governo Conte 1, limita eccezionalmente la responsabilità di amministratori pubblici e privati per la gestione di risorse pubbliche solo in caso di condotte accertate con dolo, gravi omissioni o inerzia, escludendo la colpa grave. La misura è stata prorogata dal governo Draghi per favorire i progetti del Pnrr e rilanciata nel decreto Pnrr sulla Pa del 2023 dal governo Meloni. Attualmente la norma sullo scudo erariale è attualmente sotto esame della Consulta per sospetta incostituzionalità.

L'opposizione giudiziaria

La magistratura contabile ha definito la proroga "contraddittoria e ingiustificata” in quanto “avrebbe l’effetto di stabilizzare l’esclusione della perseguibilità delle condotte commissive gravemente colpose, esponendo il Paese al grave rischio di spreco di denaro pubblico, gestioni opache di commesse pubbliche e diffusione del malaffare”.

l’Associazione dei magistrati della Corte dei conti in una nota ha specificato: “Il Paese non ha bisogno di un ulteriore prolungamento di norme temporanee ed emergenziali già più volte prorogate, ma di una riforma seria della responsabilità amministrativa nel pieno rispetto dei principi costituzionali ed eurounitari”.

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