Nonostante il 61,5% dei cittadini italiani ha dichiarato di vivere in una città che percepisce sicura, la paura di subire reati è aumentata del 24,8% dall’inizio della pandemia da Covid-19. Il campione di persone intervistate dall’Eurispes, in sinergia con la direzione centrale della polizia criminale e con l’ausilio del servizio di analisi criminale, ha risposto a domande sul livello di sicurezza percepito sia in riferimento alla propria persona sia all'ambiente circostante. Per portare a termine l’indagine sono stati coinvolti 1.026 cittadini sull’intero territorio nazionale.
I dati
La maggioranza degli intervistati ha affermato di sentirsi sicuri ad uscire da soli di giorno nella zona di residenza, complessivamente nell'83,3% dei casi. Le cose cambiano se si tratta di uscire nelle ore serali e il tasso di risposta positiva diminuisce (67,6%). La casa è il luogo in cui una fetta più ampia del campione si sente al sicuro (81%). Tra le strategie utilizzate per "mettersi in sicurezza", negli ultimi tre anni, il 22,5% degli intervistati ha installato un sistema di allarme, il 21,4% ha installato le grate alle finestre e il 20,7% ha messo la porta blindata. Potare con sé uno spray al peperoncino (8,7%), un coltello (8,6%) o comprare un'arma da fuoco (3,6%) sono opzioni adottate da una piccola parte del campione.
I crimini che fanno più paura
Fra i reati che più preoccupano gli italiani sul piano della sicurezza, spicca il furto in abitazione (26,6%). Seguono con notevole distacco l'aggressione fisica (17,7%) e la paura di subire uno scippo/borseggio (11,1%). Al di là della percezione generale della diffusione dei crimini, i due reati rispetto ai quali si concentra la maggiore paura di esserne personalmente vittime sono il furto in abitazione (58,3%) e il furto di dati personali su Internet (55,1%). Al terzo posto troviamo la truffa (46,2%), seguita da scippo/borseggio (45%), furto di auto/motorino/moto (42%), rapina (40%) e lesione (35,9%). Un intervistato su quattro (25,6%) teme di poter essere vittima di violenza sessuale, seguono i maltrattamenti contro familiari e conviventi (22,2%) e l'estorsione/usura (15,6%).
I reati che vengono percepiti, nella maggior parte dei casi, più pericolosi che in passato sono: il furto di dati personali su Internet (56,2%), la truffa (53,5%), il furto in abitazione (53,1%) e lo scippo/borseggio (50,6%). L'indagine ha poi provato a ricollocare i reati come esperienze calate nella vita reale e nell'ultimo anno gli italiani hanno dichiarato di essere stati vittime soprattutto di truffe su Internet (14,7%), di minacce (11,2%), di furto in casa (11%). Un italiano su dieci (10,2%) è invece stato vittima di truffe e raggiri, come la clonazione di carte di credito, truffe finanziarie, cartomanti, agenzie di viaggio o falsi contratti, il 7,3% di scippi e borseggi, 6,1% di furto d'auto (il 4% di furto dell'auto in sosta), mentre il 6,2% è stato raggirato da false richieste di lavoro. Il 5,5% dei rispondenti è stato vittima di aggressioni fisiche, il 2,3% di estorsioni ed usura, l'1,7% di violenza sessuale.
Gli strumenti di difesa
Per ciò che riguarda l’utilizzo di strumenti utili a difendersi contro i crimini, la legittimazione al possesso di armi da fuoco è considerata dal 44,8% degli italiani un pericolo, perché le armi possono finire nelle mani sbagliate. Un 19,2%, invece, ritiene che sia un diritto da riservare solo a categorie particolari esposte a rischi, un 18,4% pensa che rappresenti la possibilità per qualunque cittadino di difendersi dai malintenzionati. Poco più di un intervistato su quattro (27,1%) acquisterebbe un'arma per autodifesa, il 72,9%, al contrario, non lo farebbe. Rispetto all'ipotesi di utilizzare un'arma in caso di minaccia concreta alla propria persona e alla propria famiglia, il campione si è diviso a metà con il 49% di risposte positive e circa il 51% di indicazioni negative.
Il commento di Eurispes
"L'indagine – ha spiegato il presidente dell'Eurispes Gian Maria Fara – rappresenta uno spaccato sui fenomeni criminali in Italia quale strumento indispensabile nell'elaborazione di strategie di prevenzione e contrasto, volte ad elevare gli standard di sicurezza. Lo studio risponde ad un'esigenza d'informazione sui temi della sicurezza che assumono una rilevanza prioritaria nel dibattito pubblico in Italia, come pure nel sentire di ogni cittadino”.
Fara ha continuato: “La sicurezza rappresenta uno degli argomenti centrali nella comunicazione politica, ma è necessario distinguere tra rischio reale e rischio percepito, categorie che spesso non collimano, l'uno basato su dati oggettivi e misurabili, l'altro condizionato da dinamiche soggettive come la paura e l'incertezza del futuro.
Il presente studio può rappresentare un utile strumento di lettura della complessità, con un'analisi dei dati reali, anche nella loro evoluzione storica, che si riferiscono ai reati denunciati ma anche alle semplici esperienze dei cittadini”.
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