Attore e storico speaker del Milan a San Siro, nonché volto de "Il Milanese imbruttito". Per Germano Lanzoni il lavoro è una “dipendenza”. Partito con il portafoglio vuoto, oggi considera la ricchezza uno strumento che consente di vivere nuove esperienze. L'artista racconta a ilGiornale.it la sua scalata al successo e come il suo rapporto con il denaro si sia evoluto nel tempo.
È appassionato di Borsa e finanza?
“Sì, assolutamente. Apprezzo molto il mondo finance, in generale mi ha sempre appassionato la capacità di sviluppare ricchezza in diversi ambiti, a livello emotivo e di contenuti".
Qual è la sua formazione?
“Ho fatto un corso in Scienze Politiche ed Economiche Aziendali, lo so, il nome è più lungo della durata del corso. Credo che spesso la formazione italiana, che è prevalentemente di natura cattolica, considera il denaro un cosa per pochi e non per tutti. Questo è di fatto un errore figlio del gap culturale".
Tutti possono diventare ricchi?
"Credo sia importante che tutti abbiano una buona conoscenza dell’economia e della finanza e la capacità di gestire i propri flussi di denaro. “ll denaro e il successo non sono naturali” diceva Epicuro, io aggiungo che sono anche gli alleati per raggiungere i tuoi obiettivi. La conoscenza permette oggi più che mai di avere una visione più ampia di ciò che ci circonda e capire la finanza ti consente di scalare determinate dinamiche".
Chi ha il bernoccolo degli affari in famiglia?
“Sicuramente io. La mia compagna quando a casa mi vede sul divano mi dice: “Scusa non potevi svuotare la lavatrice?”. La vita nel suo quotidiano è uguale per tutti. Chi fa il manager e amministra grandi capitali e persone poi torna a casa e deve gestire il proprio armadio come tutti. Questo up and down mi fa molto ridere".
Preferisce occuparsi dei suoi affari personalmente o affidarsi a professionisti?
“Le cose di famiglia le gestisco io, infatti a me è stato dato il compito di programmare. Per tante cose però scelgo persone competenti, i miei consulenti o erano già miei amici o professionisti con cui succesivamente è nata un'amicizia".
Il successo è arrivato inatteso?
“Dico sempre che il successo arriva per caso ma non è casuale. Io non mi sento cambiato, il mio obiettivo è quello di mettere in pratica le cose che ho deciso di realizzare e credo che il successo sia la capacità di far accadere le cose. L'obiettivo non è diventare famosi, l'obiettivo è fare bene le cose che abbiamo deciso di fare e migliorarci sempre di più, per questo è necessario essere in aggiornamento costante. Il successo lo decidono gli altri, la bravura la decidi tu".
Il denaro è sinonimo di successo?
“Il denaro è sinonimo di connessione con la realtà e i soldi che ti danno dovrebbero quantificare il tuo valore. Ciò che chiedi corrisponde a quello che vendi, in questo caso il denaro è un ottimo “indicator”. Non voglio accumulare denaro, ma aver la capacità di progettare la mia vita avendo un cuscinetto più ampio, un capitale che mi permetta di conoscere il mondo. Per queste ragioni ritengo che la ricchezza e il denaro siano importanti per vivere una vita ricca di esperienze".
C’è una frase o un episodio della sua infanzia che hanno segnato il suo approccio con il denaro?
“Avevo 14 anni e stavo giocando la schedina, mio padre mi disse: “Pensi di cambiare la vita trovando tredici segni? Se vuoi il denaro devi lavorare, non credere nella fortuna”. Da quel momento realizzai che non è la fortuna che decide il tuo successo, ma sono le azioni che decidono il futuro. Da ragazzino i soldi sono stati fondamentali per riempire il frigorifero quindi sono cresciuto con la concezione che il denaro vada sudato e che sia uno stimolo per svolgere il proprio lavoro".
Quanto sono importanti i soldi per lei?
“Mi sono sempre detto: “Ge’ devi avere sempre un euro in più di quello che ti serve”. Oggi, dopo aver avuto due figlie gemelle di 16 anni, direi: “Ge’ devi avere sempre 100 mila euro in più di quello che ti serve”. Le cifre sono cambiate dopo che sono diventato padre, ma il concetto è sempre lo stesso! I soldi non possono essere il nostro demone, al contrario sono il nostro angelo investor".
Ha mai la sensazione di non avere abbastanza soldi? Se sì, quanto frequentemente?
“Ci sono stati momenti in cui ho avuto quel tipo di sensazione e sono stati i più difficili, specialmente quando sentivo la responsabilità di dover mantenere figli e genitori. In alcune situazioni certe cifre rappresentavano la salute, la felicità e la tranquillità. Nella vita le persone devono imparare a vivere senza soldi per poi dare valore al denaro perché anche quando sei fortunato e lo ricevi facilmente non hai la percezione dell’attesa e del guadagno. Chi guadagna denaro è meritevole, ma chi ne usufruisce a volte perde la concezione del suo valore. Don Gino Rigoldi mi disse: “Quando hai qualcosa da dire non è gratis".
Formica o cicala?
“Io risparmio una buona quota di quello che guadagno. Con il tempo ho impiegato una parte di questi fondi nell'investimento grazie ai consulenti. È necessario creare un capitale personale, come dicevo ho due figlie adolescenti e i soldi non bastano mai".
Si ritiene più generoso o più parsimonioso?
“Personalmente cerco sempre di essere sempre più generoso di quello che mi si chiede, quando qualcuno mi ingaggia io do tutto quello che posso a prescindere dal compenso pattuito. Tutto quello che non è incluso nel contratto come fermarmi, chicchierare e fare fotografie, lo faccio gratis".
Cosa ha comprato con i soldi del primo contratto di lavoro importante?
“Non ricordo l'oggetto, ma ricordo che un capodanno di trent’anni lavorai per uno spettacolo e mi pagarono in contanti. Tornai a casa e misi un milione di lire sulla lavatrice, una cifra che mia madre guadagnava in un mese di lavoro. In quel momento ero felice perché ero stato pagato per fare qualcosa che mi piaceva".
Ha fatto investimenti in passato che non rifarebbe?
“Qualcuno sì, si trattava però di investimenti di cui non ero completamente consapevole, infatti mi trovavo nei piani di accumulo senza rendermene conto. Se a quel tempo avessi avuto una chiara visione di quegli investimenti sarei stato molto più attento. Oggi ho capito che una quota dei tuoi guadagni devi spenderla mentre l’altra è da destinare alla progettazione del futuro. Ho imparato tardi questo concetto ma ora lo metto sempre in pratica".
Qual è stato il suo investimento più azzeccato?
“Sulle persone che mi hanno poi permesso di raggiungere gli obiettivi. In particolare Fania Alemanno, la mia team manager, mi ha fatto capire che avevo delle competenze che avrei potuto sfruttare".
Dove le piacerebbe investire in futuro o dove secondo lei ha più senso investire oggi?
“Credo sia meglio diversificare e riuscire ad avere più piani di investimento, alcuni di questi, quando è possibile, ad alto rischio, e altri con un livello di azzardo inferiore. In ogni caso sono convinto che un buon investimento dev’essere fatto attraverso un consulente competente e di fiducia".
Si fida delle cripto valute? Investirebbe o ha investito in Bitcoin o prodotti simili?
“La verità è che io adoro la tecnologia blockchain come concetto, apprezzo il fatto di creare delle situazioni dove l'oggetto dello scambio non sia per forza il denaro. Se io fossi un trentenne non avrei dubbi sulle nuove forme di investimento, ma personalmente preferisco puntare sulle società green che rispettano i canoni ESG (Environmental, Social e Governance)".
Parliamo di shopping, negozi fisici oppure e-commerce?
“Sono un boomer, amo di più il negozio fisico ma, come direbbero le mie figlie, sono evoluto. Le ricerche le faccio online e poi acquisto in negozio perché mi piace toccare con mano le cose. Se posso, vado fisicamente in boutique specialmente per gli outfit e la tecnologia. Questo perché preferisco parlare con chi mi cuce l’abito su misura e se il prezzo è più basso online scelgo comunque di andare dal commerciante, in caso contrario non saprei come fare il reso".
Qual è il suo bene rifugio?
"Vorrei dire oro, diamanti ma non ho in accumulo nessun bene rifugio. Potrei dire che il mio rifugio è casa mia mentre il mio bene rifugio sono i miei spettacoli, sono contento se quello che faccio diverte e mi fa divertire".
Se dovessimo chiedere al Milanese Imbruttito qual è la cosa più importante in un investimento?
“La risposta sarebbe sempre la stessa: fatturare, fatturare, fatturare!”.
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