Cocaina purissima nascosta in un carico di mazzancolle

Stefano Vladovich

Cozze, mazzancolle e cocaina purissima. Un carico stupefacente quello nascosto in un camion frigorifero partito l’altra sera da Barcellona alla volta della capitale. Alla guida un improbabile autista colombiano, Oscar Gerardo Villa Rodriguez, 47 anni. Ufficialmente un corriere spagnolo assoldato per conto di una ditta d’import-export specializzata in pesce fresco e frutti di mare spagnoli destinati alle pescherie di Roma e Fiumicino. All’altezza di Ostia Antica, sulla via del Mare, l’uomo commette l’errore di immettersi sulla carreggiata centrale, vietata ai mezzi pesanti. È fatta. Una pattuglia di carabinieri lo ferma per un controllo di routine. Il carico mette in allarme i militari: poca la merce stivata all’interno del cassone per giustificare un viaggio del genere. Il passaporto dell’uomo sembra contraffatto, e i documenti del mezzo presentano altre irregolarità. I carabinieri chiedono ausilio ai «cugini» delle Fiamme gialle di Ostia. I fogli di viaggio sembrano in ordine, ma quell’autoarticolato «puzza» di inghippo, tanto che da Fiumicino arriva l’unità cinofila. L’autista comincia a sudare freddo e balbetta frasi senza senso. I due pastori tedeschi scavano tra i blocchi di ghiaccio e scoprono un’intercapedine tra il gruppo frigorifero e la parete del rimorchio. A rivelare il doppiofondo una leva seminascosta tra le cassette di pesce. Carabinieri e finanzieri non credono ai loro occhi quando si trovano di fronte 44 chili di cocaina della miglior qualità divisa in altrettanti panetti, tutti rigorosamente col marchio del «cartello» di produzione. «La droga - spiegano gli inquirenti - ha un valore commerciale di oltre 20 milioni di euro». Una fortuna per gli spacciatori che, probabilmente, l’attendevano da giorni. Ma a chi era destinata? O meglio: chi è il committente? Il colombiano, arrestato per traffico internazionale di droga, non parla. E le indagini proseguono per risalire agli altri malavitosi. Un’operazione che conferma il ruolo di primo piano del litorale romano nella distribuzione in quantità da capogiro di droga. Dai 180 chili fermati mesi fa all’aeroporto Leonardo da Vinci, ai carichi di polvere bianca e hashish sequestrati al porto di Civitavecchia sulla nuova rotta per Barcellona.

«Troppi colpi per i narcos - concludono gli uomini del Goa, l’antidroga della Finanza -. Evidentemente questa gente cerca altre strade per importare cocaina». Un ritorno al passato, considerato che il sistema «via terra» era il più utilizzato fino a dieci anni fa.

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