Traffico, inquinamento e incidenti sono cronaca quotidiana, mentre il diritto alla mobilità paga un prezzo sempre più alto. Cè chi, come i ricercatori dei laboratori Ibm di Haifa e Yorktown, si è rimboccato le maniche e ha sviluppato nuove soluzioni con un approccio hi-tech. «Larma più efficace per venire a capo del problema - sottolinea Giovanni Focardi, responsabile di Ibm Italia per il settore della mobilità - è linformazione. La stessa che permette ai cittadini di scegliere percorsi e mezzi più convenienti, offre agli operatori la possibilità di controllare e intervenire sulla circolazione e consente alle amministrazioni di pianificare e tradurre in pratica le politiche più adatte».
In cosa consiste il modello definito dai ricercatori?
«È un approccio che agli interventi tradizionali e più onerosi, ossia lampliamento delle infrastrutture e il miglioramento dei mezzi, integra il controllo della domanda di mobilità, per cercare di indirizzarla soddisfacendo meglio le diverse esigenze, insieme a misure per ottimizzare lesistente. Per raccogliere i dati si sfruttano le intelligenze informatiche distribuite, già presenti in buon numero, e si usano potenti applicazioni che li filtrano e li trasformano in tempo reale in informazioni utili».
Di quali intelligenze si tratta?
«Dai cellulari agli antifurto e alle scatole nere satellitari (come quelle proposte dalle compagnie assicurative), dai dispositivi che nelle grandi città equipaggiano autobus e un numero crescente di vetture private permettendo di acquisire posizione e velocità istantanea, ai rilevatori e alle videocamere digitali posti sulle strade. Sono tutte intelligenze modeste se prese singolarmente, ma basta organizzarle in modo opportuno per moltiplicarne il valore».
A questo primo livello cosa deve seguire?
«È necessario raccogliere i dati e poi trasmetterli a una sala operativa dove vengano elaborati estraendo le informazioni che servono a cittadini e amministratori. Per esempio, la velocità di spostamento su una data arteria, il numero di mezzi presenti in una determinata area, e così via. Si passa da specifiche applicazioni, come quelle che già esistono per fornire il tempo di attesa alle pensiline dei bus o per controllare i flussi di traffico o piuttosto gli accessi ai varchi Ztl e le infrazioni ai semafori, a un monitoraggio ambientale più articolato ed efficace».
Con quali risultati?
«Da un lato il controllo integrato del traffico e della sicurezza, con uninfrastruttura polifunzionale e automatica che anima lintero sistema: i benefici dellinvestimento sono anche per lopera della polizia, della sanità e della protezione civile. Dallaltro un fondamentale contributo alla pianificazione e al migliore impiego della rete stradale, su cui le municipalità possono basare le limitazioni al traffico e listituzione di pedaggi».
Qualche esempio concreto?
«A Santiago del Cile è in corso un progetto che traduce tutto questo in concreto, fornendo ai cittadini le informazioni su viabilità e servizi tramite cellulare.
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