Rolly Marchi
Un recente raduno a Leffe per onorare la memoria di Gianni Radici e della sua folta dinastia, ha ravvivato i miei profondi sentimenti e relativi ricordi dello sci bergamasco. Ripensandoci ho voluto adesso scriverne, perché dopo quella serata ho incontrato un amico di Colere che mi ha informato su due piste del luogo, una già esistente ma vigorosamente migliorata e un'altra nuova, e importante, destinata soltanto agli snow-boarder, utile non solo alle gioie dei praticanti ma indubbiamente alla diminuzione di incidenti sulla neve, su questa dal 22 al 26 marzo 2007 verranno disputati i Campionati d'Italia. L'amico mi ha voluto a Colere, 110 km da Milano, meno di 60 da Bergamo, per mostrarmi le novità, la nuova seggiovia a 3 posti che sale fino a 2250 metri dove ho goduto due immediati piaceri, il rifugio Cima dell'Aquila con squisiti cibi e un rosso Bonarda Cabanon e soprattutto il fascinoso panorama verso la Presolana.
Un bravo dunque agli amici di Colere ma adesso proseguo perché storia e livello dello sci bergamasco non hanno, credo, il giusto ed elevato riconoscimento di merito. Un ragazzo cittadino (amato figlio di Gianni), il compianto Fausto vanta due vittorie in Coppa del Mondo, una in Germania e l'altra alla «mia» 3TRE, questa davanti a due campioni olimpici quali Thoeni e Gros. Forse molti giovani lettori non sanno che il caro Fausto vedeva da un solo occhio. Poi nel cielo dei monti bergamaschi, brilla la medaglia d'oro olimpica di Paoletta Magoni, sciatrice del Selvino, e ce ne è una seconda, un argento guadagnato ai Mondiali di Sestriere da Lara, anche lei Magoni. A loro modo fenomeni sono poi stati i quattro fratelli Bergamelli di Trescore Balneario, Sergio, Norman, Thomas e Giancarlo, e altro valente slalomista ha nome Roberto Grigis. C'è dell'altro: lo slalom gigante dedicato a due illustri cittadini di Bergamo, i fratelli Levo e Duccio Reggiani ambedue scomparsi anzitempo, e la generosità della Dinastia Radici che fa sciare centinaia di bambini nello Sci Club Radici Group. E infine una curiosità, ignota anche ai più accaniti biografi del celebre Dino Buzzati.
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