Torino - Un lungo coltello da macellaio, con venti centimetri di lama. È questa l’arma con cui Giampiero Prato, 38 anni, ha ucciso la moglie, Cristina Rolle di 33 anni. Un delitto efferato, compiuto infierendo sul corpo della donna con decine di coltellate: una cinquantina, secondo un primo esame del medico legale, trenta delle quali mortali. L’uomo si è presentato al colloquio con l’assistente sociale, una giovane donna ora sotto choc, con il coltello nascosto in una valigetta ventiquattrore. La violenza sarebbe scattata all’improvviso, senza un apparente motivo. L’uomo ha agito con estrema freddezza, estraendo il coltello dalla borsa e colpendo a raffica la moglie, caduta a terra in una pozza di sangue. Poi è uscito dalla stanza, come se nulla fosse, e ha atteso l’arrivo dei carabinieri. Negli uffici del Consorzio di Collegno, dove si trovava, c’era anche un’altra coppia in attesa di avere un colloquio con l’assistente sociale.
"Manovrava le figlie" Era separato dalla moglie ma poteva vedere le figlie,
due bambine di 5 e 7 anni, periodicamente "in luogo neutro". Quando le aveva con sè, voleva portarle a casa
dei suoi genitori, i nonni paterni. Ma le bambine non volevano andarci. Lui però si era convinto che fosse la
madre a "manovrarle" e a indurle a non frequentare la casa dei nonni.
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