L'Epifania tutti i libri se li porta via. La classifica sta rapidamente tornando ai livelli di vendita dei periodi di bassa. Senza per altro che questo provochi gravi scossoni nelle posizioni di testa. Quasi tutti restano dov'erano, semplicemente vendendo molto meno.
Stabile Valérie Perrin al primo posto con Tatà (e/o) che continua a navigare a velocità relativamente alta: 13mila duecentonovantatré copie. Ad inseguirla, come il faraone gli israeliti, c'è sempre lui, il giornalista più biblico d'Italia: Aldo Cazzullo. Il Dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia (HarperCollins Italia), dopo essere stato il libro più venduto in Italia nel 2024, continua a convertire lettori: nello specifico altri 11mila e duecento ottantuno.
Stabilità anche al terzo posto dove permane Gianrico Carofiglio con Elogio dell'ignoranza e dell'errore (Einaudi), che però quanto a copie è compartecipe della bassa marea generale: siamo a 6mila e centoquarantatré volumi venduti.
Medaglia di legno a Donato Carrisi, anche lui stabile nella sua posizione come una quercia. Il suo nuovo e mesmerico thriller La casa dei silenzi (Longanesi) ipnotizza altri 5mila e settecentosettantotto lettori. In questa classifica dove le novità sono pochissime, come del resto sono pochissime le uscite nuove in libreria al momento, se si vuole vedere un po' più di movimento bisogna spostarsi nella varia. Al secondo posto arriva L'oroscopo 2025 (Cairo) di Paolo Fox. Sono 2mila e duecentoventinove i lettori che sono usciti dalla libreria desiderosi di farsi dire dalle stelle come andranno le cose nell'anno nuovo. Forse perché sulle previsioni astrologiche ci aveva azzeccato quel tale di Recanati: «Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura.
Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?». E questo fa sempre la fortuna dei venditori di almanacchi, anche nei momenti di bassa classifica.
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