Commercio, in crescita le vendite al dettaglio

Silvia Marchetti

da Roma

Frutta, calzature e viaggi. Dopo mesi di «congelamento» negli acquisti, gli italiani mettono mano al portafogli e tornano a spendere. I dati Istat diffusi ieri spingono all’ottimismo: a maggio le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,7 per cento rispetto ad aprile e dello 0,9 per cento rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il commercio non-alimentare registra un balzo dell’1 per cento, mentre i consumi alimentari dello 0,8. Dati che si scontrano paradossalmente con quelli dell’Isae sull’indice di fiducia dei consumatori italiani, che a luglio ha toccato il picco più basso dallo scorso giugno, scendendo da 102,9 a 100,9. Un crollo dovuto alla percezione negativa «sulle possibilità future di risparmio e sull’attuale convenienza ad acquistare beni durevoli».
Nella classifica Istat, in testa ci sono calzature, articoli in cuoio e viaggi, con un aumento del 3,3 per cento. Il comparto del turismo, tra i più colpiti negli ultimi tempi, inverte così la rotta. Le vacanze tornano a essere «sacrosante». Seguono, con un aumento dell’1,9 per cento, la foto ottica e le pellicole. Per quanto riguarda i prodotti alimentari, la maggiore inversione di rotta è nella frutta: stando alle cifre fornite dalla Coldiretti, i consumi sono cresciuti del 4,8 per cento. Un trend tipicamente «estivo», come sugeriscono le rilevazioni annuali dell’Osservatorio sui prezzi. Per gli ortaggi, invece, nessun boom nei consumi: la Confederazione italiana agricoltori indica una flessione tendenziale a maggio del 5,2 per cento. L’Istat ha inoltre rilevato che sono sempre meno i consumatori che fanno la spesa negli ipermercati e che preferiscono invece i negozi specializzati (+8,8%) e i grandi magazzini (+4,9%).
Il mercato italiano sembra aver ripreso a respirare. I dati Istat fotografano un decisivo risveglio del «consumismo» del Bel Paese, segno inequivocabile di una seppur timida ripresa economica.

Sergio Billè, presidente di Confcommercio, invita tuttavia a tenere i piedi per terra per fronteggiare le incognite economiche: «Come non ci eravamo sorpresi e amareggiati per il mese precedente, così ora non dobbiamo eccessivamente gloriarci. Incombe ancora il caro petrolio e una serie di condizioni che ci impongono prudenza». Mentre le associazioni dei consumatori si dissociano e parlano tout court di una «ripresa che le famiglie non sentono affatto».

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