Anna Maria Greco
da Roma
Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, vuole una commissione parlamentare che indaghi sulloperato della Mitrokhin. Impossibile, ribatte il presidente della Camera Fausto Bertinotti, perché «non è consentito dai regolamenti fare un'inchiesta sull'inchiesta».
Mentre l'Unione si divide nella campagna contro il presidente azzurro della commissione Mitrokhin Paolo Guzzanti, questi incassa lappoggio del leader Silvio Berlusconi. «Lattacco nei suoi confronti è assolutamente vergognoso», avrebbe detto venerdì il Cavaliere in una riunione a palazzo Grazioli. Se il senatore allinizio della vicenda si era sentito troppo solo, ora recupera.
Per lUnione Berlusconi doveva «sconfessarlo», come dice il Verde Angelo Bonelli e lui doveva dare le dimissioni, sulle quali insiste da due giorni Massimo Donadi dellItalia dei valori. Ma invece della sconfessione, arriva la solidarietà del leader azzurro e di altri dirigenti, come Renato Schifani.
«Sono un capro espiatorio - dichiara Guzzanti-, è il centrosinistra che vuole distruggere politicamente Fi. È un momento tragico, un attacco mortale alla democrazia in questo Paese, da parte di mascalzoni, mentitori, che infangano la gente libera, con una macchinazione non contro di me, ma contro ciò che ha lasciato Litvinenko (lex agente del Kgb ucciso a Londra dal polonio, ndr)». Poi confessa: «Umanamente ho paura, soprattutto per la mia famiglia, ma cerco di mantenere lequilibrio».
Si assiste, intanto, alla querelle tra Mastella e Bertinotti. Il Guardasigilli entra pesantemente nella polemica su Guzzanti, il consulente della commissione Mario Scaramella e i presunti dossier sul leader dellUnione, e avanza la sua proposta: «Qualunque sia la difesa fatta da Fi, Guzzanti è e resta indifendibile. Deve anche giustificare i consulenti della commissione, una cosa davvero strana. Ecco perché proporrei una commissione d'inchiesta sulla Mitrokhin». Per Mastella è «immorale» il comportamento del presidente azzurro della commissione e nasce da un certo modo di fare politica con lodio, considerando «come un nemico da eliminare chi esprime un'opinione diversa». In questo caso Prodi, dice, che si è cercato già di «eliminare dalla scena politica con Telekom Serbia». Per il ministro è «un esercizio moralmente discutibile, politicamente poi non ne parliamo» e, unendosi alle critiche di Giulio Andreotti, assicura di non aver mai considerato «l'idea di fare fuori Berlusconi politicamente attraverso una forma di odio».
Sulla sua idea della commissione sulla commissione, però, cala la scure bertinottiana. Il numero uno della Camera ha studiato i precedenti e boccia lipotesi. «La via maestra», osserva, è quella di lasciar lavorare la magistratura e, semmai, dare una valutazione politica di quanto sta emergendo, evitando di confondere livello istituzionale e politico e creare «corti circuiti». Ci sarebbe solo in alternativa una via «indiretta» per raggiungere lobiettivo di Mastella: quella di «costituire una nuova commissione d'inchiesta sullo stesso argomento e dunque intervenendo sui materiali acquisiti, ma senza giudicare quanto è stato fatto prima, peraltro da una commissione che ha esaurito il suo lavoro nella passata legislatura».
Mauro Fabris dellUdeur cerca di amplificare la richiesta del suo leader Mastella, chiedendo che il Parlamento accerti le responsabilità di Guzzanti. «Le commissioni parlamentari d'inchiesta - dice - devono accertare i fatti realmente accaduti e non costruire prove e ordire complotti, come la Mitrokhin». Fabris si augura anche che l'ex ministro Gianfranco Fini chiarisca «quale coperture il ministero ha garantito a Scaramella, senza scaricare le responsabilità sulla sua segreteria».
Per lazzurra Isabella Bertolini, Mastella e Bertinotti sono entrati «in rotta di collisione». «Il centrosinistra litiga anche sui depistaggi che organizza - commenta acre -. Si stanno incartando. Litigano proprio su tutto. La sinistra vuole fare cagnara per coprire verità scomode per Prodi e l'Unione.
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