Bruxelles - Il presidente della Commissione
europea, Josè Manuel Barroso, ha difeso oggi a Bruxelles il suo
servizio stampa e tutti i suoi portavoce, affermando che hanno
tutta la sua fiducia e il suo sostegno nel loro lavoro quotidiano
di informare i cittadini, ciò che costituisce "non solo un
diritto ma un dovere" per l’esecutivo comunitario.
Rispondendo ai cronisti durante la presentazione del programma
politico per il suo secondo mandato destinato all’europarlamento
che voterà la sua conferma nelle prossime settimane, Barroso ha
sottolineato la peculiarità del "metodo comunitario", e delle
istituzioni sovranazionali che lo incarnano, l’europarlamento e
la Commissione europea.
Originalità della Commissione Riferendosi alle polemiche di Berlusconi
contro le "’esternazioni" dei commissari e portavoce Ue, il capo
dell’esecutivo comunitario ha quindi osservato: "Ci sono persone
che a volte non comprendono l’originalità della Commissione, che
ha non solo il diritto, ma il dovere di dare informazioni a tutti
i cittadini. È ciò che fa ogni giorno con il servizio dei
portavoce, di cui sono molto fiero", ha detto Barroso,
sottolineando che "non c’è nessun altro organismo amministrativo
a livello internazionale che si metta ogni giorno al servizio dei
cittadini". Il servizio dei portavoce, perciò, "ha tutta la mia
fiducia e tutto il mio sostegno", ha proseguito Barroso. E ha
concluso: "Io sono intransigente nella difesa delle prerogative
delle istituzioni europee e in particolare della Commissione che
deve comunicare su una base di lealtà verso gli Stati membri".
Frattini rilancia: parlino i politici "Se la Commissione Europea
è un organo politico è giusto che parlino i politici, non i
portavoce". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco
Frattini commentando a margine della Summer School del Pdl a
Frascati le parole del presidente della Commissione Europea.
No a maggiori poteri a Bruxelles "Non
viviamo tempi di routine, abbiamo bisogno di un’agenda di
lavoro all’insegna delle trasformazioni". E' questa
l’indicazione generale che il presidente della commissione
josè barroso ha lanciato nei nuovi "orientamenti politici"
per la prossima commissione europea. Barroso ha, però,
immediatamente chiarito che "ciò non significa una maggiore
centralizzazione dei poteri a bruxelles".
"Serve una politica Ue sull'immigrazione" Nei prossimi cinque anni dovrà finalmente realizzarsi una politica dell’immigrazione comunitaria. Barroso nel suo discorso programmatico inviato oggi ai gruppi del Parlamento europeo che la prossima settimana lo incontreranno in vista del voto di approvazione, o meno, per un suo secondo mandato alla guida dell’Esecutivo Ue, ammette i ritardi in fatto di immigrazione, ritardo che hanno continuato a creare problemi ai Paesi dell'Unione, Italia inclusa, come ha denunciato con forza Berlusconi. Secondo Barroso "l’immigrazione svolge un ruolo importante per la crescita della popolazione dell’Ue, contribuendo a colmare le carenze della forza lavoro. Nel contempo - osserva però - la gestione dei flussi migratori costituirà una delle maggiori sfide cui l’Ue dovrà far fronte negli anni a venire". Per questo, secondo il presidente della Commissione, "l prossimo quinquennio dovrebbe essere caratterizzato dall’elaborazione e dal consolidamento di un’autentica politica comune dell’immigrazione, inquadrata in una visione a lungo termine che ponga in risalto il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana".
Barroso parla poi della necessità di una "graduale integrazione degli immigrati nel quadro di una immigrazione economica che dovrebbe rispondere meglio alle esigenze dei mercati del lavoro". "La prevenzione e la lotta all’immigrazione clandestina e alle attività criminali connesse - conclude Barroso - devono fare da corollario all’elaborazione di una politica comune dell’immigrazione legale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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