Vendere i gioielli di famiglia. E «spremere» le aziende partecipate, da Atm ad A2a. É la strategia del Comune per far fronte a tagli statali e regionali per 426 milioni di euro senza ridurre i servizi sociali, continuando a investire nelle infrastrutture - «perchè ogni miliardo speso per le opere genera 40mila nuovi posti di lavoro» fa presente il sindaco Letizia Moratti - e senza toccare le tasche dei milanesi. Niente aumenti di tariffe, Tarsu, biglietti del tram. Sono le linee che l’assessore Giacomo Beretta ha seguito per scrivere il Bilancio di previsione 2011 votato ieri da una giunta lampo alle 18. E ultrarapido dovrà essere il percorso dalle commissioni fino al via libera del consiglio: «Va votato a tutti i costi entro fine anno» è stata la raccomandazione del sindaco. Per evitare l’amministrazione controllata e far concentrare da gennaio l’aula sul Piano di governo del territorio. Che richiederà lacrime e sangue.
É stata un’impresa anche far quadrare i conti, tenendo quasi al livello del 2010 le spese degli assessorati (verrà spalmato un taglio di 20 milioni da erano entrate straordinarie di Amsa che quest’anno non si ripeteranno). Una manovra da 240 milioni. Il Comune punta in primis sulla quotazione in Borsa di Sea fino al 33%, con il contestuale aumento di capitale e distribuzione di dividendi straordinari per circa 160 milioni («manterremo inalterata la governance», assicura Beretta). Sulla vendita del 18% di Serravalle, per incassare circa 90 milioni. Su un maggior contributo da Atm per 50 milioni (proprio ieri il presidente Elio Catania si lamentava per i 40 milioni in meno dalla Regione) e 83 milioni da A2a. «Usiamo il patrimonio senza comprometterlo come misura tampone, in attesa del federalismo fiscale, su cui facciamo pressing» afferma Beretta. Una deroga verrà chiesta con il Milleproroghe a quel taglio dell’80% alla spesa del personale: da inizio mandato le consulenze sono già scese da 23 a 2,2 milioni («è incomprimibile»). Palazzo Marino punterà sul recupero dall’evasione fiscale (7,5 milioni in due anni) e sul condono edilizio (per 25 milioni). É riuscito a comprimere a 54 milioni il taglio previsto dalla Manovra per Milano, ma con il segno meno ci sono anche i 60 milioni di incentivi sull’energia Cip6, i 40 milioni di trasferimenti regionali sulla mobilità, 85 milioni di oneri di urbanizzazione che non potranno essere usati sulla spesa corrente. E 187 milioni come contributo al Patto di stabilità. Il saldo programmatico per il 2011 è pari a 226 milioni.
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