Condannato Bianchini, lo stupratore dei garage: 17 anni per tre violenze

Diciassette anni di reclusione, invece dei quindici chiesti dal pm Antonella Nespola, per il 34enne Luca Bianchini che nel 2009 commise tre violenze sessuali. Stupro di Guidonia: confermati 16 anni di condanna per i 4 romeni

Condannato Bianchini, 
lo stupratore dei garage: 
17 anni per tre violenze

Roma - Diciassette anni di reclusione, invece dei quindici chiesti dal pm Antonella Nespola, per il 34enne Luca Bianchini, ragioniere nonchè ex segretario di un circolo del Pd: i giudici della settima sezione penale del tribunale di Roma (presidente Aldo Scivicco) lo hanno ritenuto colpevole delle violenze sessuali compiute su tre donne, tra la primavera e l’estate del 2009, nei quartieri Bufalotta e Tor Carbone.

Alemanno: "Fatta giustizia" "Esprimendo sincera vicinanza e sostegno alle donne vittime della violenza seriale esercitata da Bianchini, credo che giustizia sia stata fatta con una sentenza rigorosa e giusta. Delitti di questo genere sono assolutamente devastanti per le vittime che, nella severità della giustizia, trovano un parziale riparo contro le sofferenze patite". Lo afferma in una nota il sindaco di Roma, Gianni Alemanno." Il Comune, costituendosi parte civile in tali processi, intende ribadire la gravità umana e sociale di questi crimini e la volontà di non lasciare le donne sole nell’affrontare una battaglia così dolorosa", conclude. 

Il legale di Bianchini: "Molti motivi per appello" "È una sentenza particolarmente pesante che è andata anche oltre le richieste del pubblico ministero per quanto riguarda la pena e non ha ritenuto di riflettere su tutte le obiezioni e gli spunti dati dalla difesa. Impugneremo questa decisione". È il commento dell’avvocato Bruno Andreozzi, che insieme al collega Giorgio Olmi, ha difeso Luca Bianchini nel processo che ha visto oggi condannato per tre stupri commessi a Roma tra l’aprile e il luglio 2009. "Di motivi di appello ce ne sono molti - ha aggiunto Andreozzi - questioni che pretendevano di avere un accertamento, una risposta.

Tra queste quelle relative alla perizia psichiatrica, alla ripetizione dell’esame del Dna, accertamenti sui tabulati telefonici per verificare luoghi e orari in cui si trovava il mio assistito nei momenti in cui erano compiuti gli abusi. Il tribunale non ha dato una risposta a queste nostre istanze, vedremo se lo farà nelle motivazioni che attendiamo di leggere non appena saranno depositate". 

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