«Confrontarmi con papà è stato un terno al lotto»

Ci ha messo un po' prima di prendere la decisione di immergersi nel repertorio di quel padre tanto importante e con cui non ebbe rapporti sempre facili, ma ora per Cristiano, alle prese con il fortunatissimo «De André canta De André», si gode un momento davvero felice. «Il coronamento di un sogno», prendendo in prestito le sue parole. L'originale rilettura del grande padre, a fine estate saranno ben 90 le date del tour che, lunedì e martedì, farà tappa al Teatro Smeraldo. Due concerti già esauriti (i ritardatari possono ripiegare su Bergamo e Brescia, rispettivamente il 18 marzo e il 17 aprile).
«Ero pieno di timori, questo progetto per me è come un passaggio di testimone - racconta De André jr, 47 anni genovese, a Milano da quando ne ha 12 -. Avere a che fare come un grande come lui, per di più mio padre, rappresentava un terno al lotto. Volevo mantenere un filo invisibile, diretto, con lui, guardandomi bene dal fare un copia e incolla. Mi preme offrire un'impronta e una chiave di lettura personale, cantare le sue canzoni assecondando il mio gusto e i miei ascolti. In questo mi ha aiutato tantissimo Luciano Lisi: assieme a lui abbiamo destrutturato e quindi riarrangiato diversi brani, rendendoli musicalmente più moderni e talvolta anche più rock».
Ai concerti si trovano fianco a fianco i fan di Fabrizio di una vita, ma anche tantissimi giovani: «Me ne sono accorto anche dalle domande che mi arrivano via Internet e che chiedono spiegazione di un testo o di una frase. Credo che la gioventù di oggi sia stanca di questo periodo così superficiale e sia in cerca di un appiglio. E mio padre è un gran bel appiglio di sicurezza. Lui ha sempre detto le cose che sentiva, si è schierato dalla parte degli ultimi, delle minoranze, e ha usato un mezzo potente come il microfono per dare segnali precisi, smuovere le coscienze, cercando sempre di essere coerente. In questo senso mio padre può rappresentare un modello, un punto di riferimento».
Fabrizio De André, attraverso il figlio, riesce ancora nell'impresa di forgiare una moltitudine di giovani a un modo di pensare libero e autonomo… «Non nego che mio padre sia stato un appiglio anche per me, in questo caso. Se sono ritornato sulle scene è per lui. Mi sembrava doveroso celebrarlo dal vivo, è il mio modo di dirgli di nuovo grazie. La vita del "figlio di…" è una condizione che alimenta pregiudizi. Senza volerlo finisci per stare sulle scatole a molti. È dura farsi amare a prescindere. Di sicuro poteva comunque andarmi peggio. Certo mio padre all'inizio era titubante, anzi non era felice che seguissi la sua stessa strada, dopo un po' mi ha incoraggiato facendo però una puntualizzazione importante: "Se hai qualcosa da dire fallo, se no stai zitto". Non si può dire che in questi ultimi anni di dolori non l'abbia preso in parola».


Ricordato che negli show allo Smeraldo proporrà brani che nella prima versione dello spettacolo non avevano ancora trovato spazio (tra l'altro, anche Bocca di rosa, Anime salve, La collina e La canzone dell'amore perduto), Cristiano prepara il nuovo album solista, ottavo in carriera, previsto per il 2011.

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