Presentati a Roma nel salone d'onore del Coni, i Giochi della Gioventù 2010, giunti ormai alla quarta edizione della rinnovata formula. All'evento prenderanno parte quasi 400 mila alunni di tutte le scuole d'Italia, che avranno così la possibilità di sviluppare un nuovo percorso formativo che ampli le possibilità di pratica sportiva.
Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, ha voluto sottolineare l'ulteriore passo in avanti compiuto nel rapporto di collaborazione tra Coni e ministero dell'Istruzione, dopo il progetto per l'alfabetizzazione motoria nella scuola primaria. «I Giochi della Gioventù - ha detto Petrucci - rappresentano la sintesi dell'attenzione del ministro Gelmini e del mondo scolastico verso la pratica sportiva, alla quale sempre più insegnanti riconoscono la capacità di creare situazioni positive di confronto e di relazione».
Un impegno, che per il numero 1 dello sport italiano, dimostra come il Coni «non sia solo un ente che vuole medaglie». «Se è vero che nel nostro dna c'è il raggiungimento dei risultati sportivi - ha precisato Petrucci - tutto quello che riguarda l'attività motoria nella scuola primaria e secondaria, e questo processo innovatore che stanno portando avanti il Miur e il Coni, sono davvero un motivo d'orgoglio».
Il segretario generale del Coni, Raffaele Pagnozzi, ha illustrato i numeri dei Giochi della Gioventù. «Il progetto ha raggiunto il 33% delle scuole italiane e vede chiaramente crescere il numero dei partecipanti - ha spiegato Pagnozzi -. Gli studenti sfiorano il tetto delle 380 mila adesioni, con oltre 18 mila classe rappresentate, mentre il corpo docente coinvolto è aumentato dalle 6 mila e 288 unità fino alle 7 mila e 687 odierne».
Le adesioni maggiori sono arrivate dal meridione, anche perchè, come ravvisato da Pagnozzi, «al sud c'è meno iniziativa privata e solo la scuola può creare certe condizioni». Grande soddisfazione per l'evento è stata espressa anche dai rappresentati del Ministero dell'Istruzione. Sergio Scala, vicedirettore generale per lo studente del Miur, ha voluto sottolineare gli ottimi rapporti di collaborazione tra mondo il mondo dello sport e quello della scuola. «Sono rimasto sorpreso nel sapere che in passato il colloquio tra i due mondi fossero difficili - ha detto Scala -. Non esiste alcuna difficoltà nel trovare punti di incontro nell'insegnamento e nella condivisione dei principi educativi».
Anche per Scala i risultati sportivi e le medaglie sono il frutto di una cultura sportiva più estesa.
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