Carlo Quiri
da Bergamo
Bloccato a causa di vivaci proteste durante il comizio di Romano Prodi a Bergamo. Portato in caserma dai carabinieri. Ricoverato in psichiatria con un trattamento sanitario obbligatorio. E morto dopo nemmeno un giorno e mezzo. Questo il dramma accaduto a un pensionato bergamasco del quale si sta occupando anche la magistratura, che ha disposto l'autopsia sulla salma di Luigi Salvi, 66 anni, i cui funerali sono stati celebrati ieri. Secondo i primi accertamenti effettuati dall'Istituto di medicina legale di Pavia, sarebbero da escludere cause violente e pare abbiano avuto esito negativo anche gli esami tossicologici e quelli sulla presenza di psicofarmaci: il decesso sarebbe invece da imputare a problemi circolatori, in particolare a un quadro clinico che presentava occlusioni coronariche preesistenti. Ma un responso completo si avrà soltanto dopo ulteriori analisi di tipo istologico sui tessuti della vittima, così come disposto dal pm Cristina Salvi, per chiarire se il trattamento psichiatrico può avere influito sull'accaduto. Il fascicolo è intestato contro ignoti; all'autopsia, effettuata dal dottor Marco Ballardini di Pavia, ha assistito anche un perito nominato dalla famiglia dell'anziano, il cui fratello è avvocato.
I fatti risalgono a mercoledì scorso, quando il Tir giallo di Prodi ha fatto tappa a Bergamo, amministrazione retta oggi dalla seconda giunta di centrosinistra della sua storia. Alle 19 circa, durante il comizio in pieno centro cittadino, Luigi Salvi, che lIndipendente definisce un berlusconiano convinto, si è avvicinato alle transenne e ha contestato in modo acceso il leader dell'Ulivo, ma nel giro di poco è intervenuto il servizio di sicurezza e il pensionato è stato portato nella caserma carabinieri di Bergamo Bassa, poi trasferito nel reparto di psichiatria degli Ospedali Riuniti con una diagnosi di «eccitamento maniacale grave». I medici hanno deciso per un trattamento sanitario obbligatorio della durata di 7 giorni. La morte è avvenuta nella notte tra giovedì e venerdì. Dal reparto, Luigi aveva telefonato alla moglie che lo aveva trovato tranquillo. Il pensionato aveva solo detto che non voleva più stare all'ospedale e chiedeva alla moglie di fare qualcosa: «È pericoloso se resto qui». La signora Salvi è corsa in ospedale dove le veniva riferito che al marito «avevano dovuto fare altre punture perché non si calmava». La signora veniva poi invitata a tornarsene a casa ma lei insisteva per vedere Luigi.
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