Corteo di cittadini La Val Bisagno dice no alla busvia

Corteo di cittadini La Val Bisagno dice no alla busvia

Ormai è certo: dopo lunghi e non esauriti scontri sulla Gronda si è aperto per il sindaco Marta Vincenzi un altro fronte Nimby (che sta per «Not In My Back Yard», «non nel mio cortile»). In Val Bisagno gli abitanti non vogliono la cosiddetta busvia, almeno nella forma inserita dal Comune nel nuovo Piano Urbano della Mobilità, e per far sentire la propria voce ieri mattina hanno bloccato parte della città con un corteo, partito molto presto da via Piacenza e giunto a Palazzo Tursi all'ora di pranzo. Al centro della contestazione dei neo-costituiti Comitati, che rappresentano residenti ed esercenti, c'è tutto il piano di riorganizzazione della mobilità sulla base del quale via Piacenza, dal civico 2 fino a ponte Feritore, dovrebbe diventare zona a traffico limitato per lasciare spazio a un percorso protetto per i mezzi pubblici (lì concentrati in deposito da Amt). Con il rumoroso ausilio di fischietti, tamburi improvvisati e megafoni, alcune centinaia di manifestanti hanno quindi urlato per quattro ore la propria paura di diventare un ghetto, isolato dal traffico di passaggio indispensabile per i negozi locali, e alla fine sono stati ricevuti in delegazione dal vicesindaco Paolo Pissarello e dall'assessore Simone Farello.

Nel corso dell'incontro, in cui non sono mancati attimi di tensione, l'Amministrazione ha offerto l'avvio del solito débat public entro metà aprile, senza dare assicurazioni sulla sospensione del progetto, né accennare a soluzioni alternative, care al movimento di protesta, come quella del «People Mover», il trasporto pubblico sopraelevato. «Non ci faremo prendere in giro da chi rimanda a dopo le elezioni la discussione del problema - hanno risposto i Comitati - vogliono le nostre strade? E noi le bloccheremo tutti i giorni!».

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