Cortina torna regina del ghiaccio Scudetto nell’hockey dopo 32 anni

«Dedicato a chi pensava che la nostra storia fosse finita». La vittoria decisiva a Milano chiude l’era dei Vipers. E i tifosi rubano la coppa

da Milano

«Il premio per il mio ultimo scudetto fu comprarmi una bicicletta: ai miei tempi si giocava soprattutto per la gloria. Nella vita facevo l'elettricista. Era un altro hockey: una sola mazza a testa e via». C'era pure Bruno Frison, 71 primavere, per anni attrezzista della nazionale, martedì sera all'Agorà di Milano: battendo i Vipers padroni di casa, detentori del titolo dal 2002, il Cortina si è ricucito sul petto il tricolore, il sedicesimo della sua storia, traguardo che solo il Bolzano ha raggiunto. Ma l'ultimo scudetto risaliva al 1975, un'epoca in cui gli scoiattoli dominavano le piste italiane con gente come l'elettricista Frison, i fratelli Da Rin, il futuro arbitro Savaris. Da allora Cortina ha conosciuto persino la serie B e la finale persa, sempre a Milano, nel 2005.
Oggi invece è festa per una tifoseria che ha nuovi idoli, come il trio dei nordamericani Corupe-Souza-Deschenes, autori di 10 delle 14 reti della serie finale, e che abbraccia italiani come Marchetti e De Bettin. Decisiva, in una gara 4 intensa da strappare i cuori, la capacità dei veneti di punire gli errori avversari. Fino al 3-2 in overtime. «Dedichiamo il titolo a chi ha creduto in noi quando si diceva che l'hockey a Cortina fosse morto», celebra il presidente Sandro Moser, pilota di un giocattolo da 750.000 euro a stagione di budget e che in febbraio ha pure cambiato il tecnico, via McKay, dentro Rich Gosselin. Peccato che abbia dovuto alzare la coppa di scorta perchè quella autentica dello scudetto era stata trafugata dai tifosi di casa.


E il Milano che sognava la sesta corona di fila, un record? «Rifonderemo. E adesso siamo più umani», si consola il d.g. Ico Migliore. Ma dicono che negli spogliatoi, il terzino Lehtonen, 36 anni e 102 chili dalla Finlandia, piangesse come un bambino.

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