"Così cambierà l’informazione del Biscione"

Parla Mario Giordano, direttore dell’agenzia Mediaset operativa da oggi: "Il canale all news? In onda entro l’anno. Proponiamo un menu da cui i direttori dei tg sceglieranno"

"Così cambierà l’informazione del Biscione"

Da stamane il Biscione carica un’arma in più per andare alla battaglia dell’informazione. Quell’agenzia interna denominata «News Mediaset» passa alla fase operativa. Si tratta di una struttura che fornisce notizie, immagini e servizi completi a tutte le testate delle reti della Tv privata, sia in chiaro sia in digitale, e anche al sito Internet.

L’agenzia, sotto la direzione di Mario Giordano, è composta da 90 giornalisti, provenienti dalle redazioni interne: dai Tg di Studio Aperto, Tg4, TgCom, più tutti i corrispondenti nelle varie città italiane ed estere. La nuova struttura sarà anche il laboratorio incaricato di studiare e realizzare il canale «All news», cioè notizie 24 ore su 24. Giordano, che noi conosciamo bene essendo stato nostro collega e direttore, racconta la sua nuova sfida mentre i tecnici ci passano sopra con i fili e gli operai spostano scatoloni per mettere a punto la nuova gigantesca redazione al palazzo dei Cigni di Milano due.

Dunque, Mario, oggi comincia una fase importante per Mediaset che potrebbe fare da apripista per un nuovo modello di fare informazione.
«L’obiettivo è quello di garantire maggiore efficienza e sinergia produttiva. Un esempio semplice: è inutile mandare tre inviati (di Tg5, Tg4 e Studio Aperto), sullo stesso luogo di un delitto. Ne basta uno, gli altri, se sono sul campo, possono realizzare un approfondimento oppure essere dirottati su altre notizie».

Ma così non si rischia di avere Tg tutti uguali?
«No, prima di tutto perché i direttori mantengono la loro autonomia editoriale. La redazione del Tg5 non cambia, in quella del Tg4 e di Studio Aperto rimane un gruppo di giornalisti: i graduati e i conduttori. Noi funzioniamo da agenzia: sottoponiamo un menù, i responsabili di tutte le testate scelgono se prendere e cosa prendere. Tutti i direttori hanno dimostrato il massimo della collaborazione e per questo li vorrei ringraziare, a cominciare da Emilio Fede cui tutti noi dobbiamo qualcosa, perché l’informazione a Mediaset l’ha creata lui».

Non c’è il rischio che l’agenzia si schieri politicamente, accusa più volte rivolta all’informazione Mediaset?
«Intanto l’agenzia non si occuperà di politica che resterà di competenza dei direttori di testata. E per quanto riguarda le future all news, beh, Mediaset ha una lunga tradizione di informazione indipendente, come la storia ha dimostrato. La nostra agenzia si inserisce in questo solco e cercherà di mantenere e aumentare questa autorevolezza. Anzi il mio obiettivo per le future all news sarà proprio questo: vorrei che per indicare una notizia sicura la gente dicesse: “L’ha detto Mediaset”...».

Parte dei giornalisti ha mostrato riluttanza, per la paura di perdere professionalità e posti di lavoro, visto che quello che prima si faceva in tre, ora lo può fare uno.
«Non è così. E mi sembra che le perplessità siano state superate grazie al dialogo. Del resto io dico che se arriva il treno, non si può rimanere a sognare il calesse con i cavalli. Bisogna rendersi conto dei cambiamenti e il futuro è per quei giornalisti che mostrano duttilità e capacità di sfruttare la tecnologia. Con gli investimenti e una migliore organizzazione del lavoro il ruolo dell’informazione può crescere e dunque si possono creare nuovi posti di lavoro».

Infatti, questa agenzia è il primo passo verso la realizzazione del canale interamente dedicato alle notizie.
«È la spina dorsale per arrivare a quell’obiettivo. La struttura serve per imparare ad abbattere gli steccati, lavorando su più piattaforme, Tv e Internet».

Però questo canale sembra come l’araba fenice, più volte annunciato, non arriva mai...
«Ma cosa dici? A me sembra che l’editore ne abbia parlato ufficialmente solo una volta, il mese scorso. Per annunciare che si partirà entro la fine dell’anno. Altro che araba fenice...».

Quando il digitale terrestre avrà coperto la maggior parte del territorio...
«Certo, non dimentichiamo che il nostro canale sarà visibile in chiaro a sessanta milioni di italiani».

Esistono già due canali «all news», di Rai e Sky. In che cosa si differenzierà il vostro?
«È ancora un progetto che va tutto costruito. Certamente cercherà di essere competitivo, autorevole e con una grande capacità di raccontare. Useremo importanti network internazionali, come Cnn, Aptn e Reuters».

Ma sarà un canale che dedicherà spazio a gossip e donne svestite, modello Studio Aperto?
«Naturalmente no. Guarda, io rivendico un modo di far televisione che ha ringiovanito i telegiornali e i programmi di approfondimento e che, mi sembra, sia stato seguito da altri. Avremo anche commesso errori (e chi non sbaglia) però abbiamo innovato. Ma un conto è dirigere Studio Aperto, un conto è dirigere il Giornale, un conto è fare le all news...».

Arriverà anche Alessio Vinci?
«La sua grande esperienza alla Cnn ci potrebbe essere molto utile. Ci potrà sicuramente dare qualche consiglio. Ma ora lui è impegnato e sta facendo un ottimo lavoro a Matrix».

Una sfida avvincente, come quella, chiusa anzitempo, alla direzione di questo giornale...
«Al Giornale sono nato giornalisticamente (proprio con Feltri, che mi assunse quand’ero disoccupato). E tutti sanno che lì c’è sempre un pezzo del mio cuore.

Ma che devo dire? Penso di essere davvero una persona fortunata: a 34 anni dirigevo un telegiornale (Studio Aperto), a 41 un grande quotidiano e ora mi lancio in un progetto di grande respiro. Non posso che essere personalmente molto ma molto soddisfatto».

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