Truman Capote, nel 1966, pubblica, sul New Yorker, l'ultima puntata di A sangue freddo, il romanzo-reportage nato da una inchiesta sul campo a Holcomb, sperduto paesino del Kansas dove una famiglia era stata sterminata quasi per intero da due criminali di infima tacca. L'assassino Perry Smith non lascia indifferente Capote: nel killer abbandonato dalla madre e con qualche dote artistica, lo scrittore vede cosa egli stesso sarebbe potuto diventare se non avesse avuto l'affetto della nonna e degli altri parenti. Alla fine, Smith e il compare vengono impiccati dopo una breve permanenza nel braccio della morte. Capote pubblica la storia e ottiene un immediato successo. Per festeggiare, Capote organizza una sfarzosa festa in bianco e nero al Plaza di New York. È l'apice della vita di Capote. C'è tutta la jet society dell'epoca e Truman ha sempre desiderato far parte dell'alta società. Le sue battute crudeli, e la propensione a stappare innumerevoli bottiglie di bollicine, lo rendono popolarissimo. Le dame se lo contendono, anche se alcune di loro, sotto sotto, lo disprezzano: in fondo Capote non sarà mai come loro, resterà per sempre un pettegolo parvenu.
Qualcosa scava dentro l'anima dello scrittore. Vorrebbe tanto essere cinico ma la verità è un'altra: non sopporta di aver fatto i soldi e di aver raggiunto la fama sulla pelle del suo amico Perry Smith. Nello stesso periodo, Capote inizia la sua discesa all'apparenza infinita nel girone infernale delle dipendenze: beve e sniffa. Il suo talento è ancora vivace ma crede sempre meno in se stesso. Lo scrittore diventa il giocattolo più divertente dell'alta società. Ai ricconi, che fanno a gara per invitarlo, piacciono le sue battute pungenti e i suoi pettegolezzi. Ma a Capote può bastare? Da un lato, la scalata è la rivincita su un'infanzia anonima. Dall'altro, lo scrittore cova rancore: i vampiri del bel mondo si nutrono del suo talento al punto che potrebbe anche essersi esaurito. Ed ecco la quadratura del cerchio. La vacuità delle conversazioni pomeridiane, i finti scandali, il parlarsi addosso alternato allo sparlare degli amici, l'effimero come orizzonte di vita: tutto questo, pensa Capote, non conterrà il romanzo dei nostri futili giorni, la ricerca del tempo perduto in formato tabloid? Capote comincia a scrivere Preghiere esaudite, a suo dire, un romanzo capolavoro.
Alcuni capitoli sono anticipati sulla rivista Esquire nel 1975-1976. È un trionfo di vendite ma anche il suicidio sociale di Capote, che ha messo in piazza la vita del jet set. Il velo della finzione è inesistente. Il brutto è che Truman picchia duro proprio sui suoi migliori amici come i Paley. Da quel momento, finisce all'indice. Non è più ospite gradito. Quelle signore, che Capote chiamava «i miei cigni», diventano sue acerrime nemiche.
A quasi sette anni da Faida: Bette e Joan, che racconta la rivalità tra le vincitrici dell'Oscar Joan Crawford e Bette Davis, il 31 gennaio è uscita negli Stati Uniti la seconda stagione della serie Feud, che sarà visibile in Italia prossimamente su Disney+.
Feud: Capote vs. The Swans, basata sul libro non-fiction del giornalista Laurence Leamer, si concentra proprio sul momento nero dello scrittore, scaricato dai suoi «cigni» dopo la pubblicazione su Esquire di La Côte Basque, 1965, primo capitolo di Preghiere esaudite. Il cast è stellare, da Tom Hollander nei panni di Capote a Naomi Watts, Diana Lane, Demi Moore e così via. Alla regia, Gus Van Sant, Max Winkler e Jennifer Lynch.
Ma chi erano i «cigni»? Innanzi tutte, Babe Paley, moglie di Bill. Si conobbero perché un amico comune aveva chiesto un passaggio per «Truman» sull'areo privato dei Paley. Bill acconsentì subito ma rimase sorpreso dal fatto che «Truman» non fosse Harry Truman ma uno scrittore. Bill era un broker ricchissimo e un amico di Eisenhower. Babe era bella ma anche molto sola. Si «invaghì» immediatamente della conversazione di Capote. Diventeranno veri amici. Eppure fu proprio Babe a subire le umiliazioni più feroci tra le pagine di Preghiere esaudite. Non perdonerà mai Capote.
Lee Radziwill era la sorella di Jackie Kennedy. Sposata a un principe, Lee mancava di ambizione e di personalità. Fu l'amante di Ari Onassis che la scaricò per la sorella Jackie. Lee era incantata da Capote, ne parlava come fosse un «fratello».
Ann Woodward aveva ucciso il marito con un colpo di pistola. Ann dichiarò di aver sbagliato. Pensava di aver centrato un intruso. Nessuno le credeva. La famiglia della vittima fece pressioni per chiudere il caso alla svelta: l'imbarazzo era troppo. Ann si suiciderà tre giorni prima dell'uscita di La Côte Basque, 1965.
C.Z. Guest fu l'unico cigno che non tolse il saluto a Capote. Era sposata con Winston Frederick Churchill Guest, cugino di Winston Churchill. Aveva provato la carriera da attrice, senza riscontro. Era stata anche ritratta da Diego Rivera e Pablo Picasso. Amante dei cavalli, rimase ferita in una caduta nel 1976. Prese a scrivere della sua passione: la sua rubrica veniva pubblicata su 350 giornali americani. Non era convenzionale.
Era amica di Ernest Hemingway e si presentava alle feste con i suoi 25 cani.C'erano poi Marella Agnelli e altre. Truman tradì tutte: alla fine il ragazzo povero di New Orleans non riuscì a resistere alla tentazione di mostrare l'ipocrisia dell'alta società.
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