"Così la felpa è diventata un capo folle"

Alberto Bresci ha progettato la linea Fiat e inventato le scarpe di felpa

"Così la felpa è diventata un capo folle"

Dorme poco e non solo perché è padre di un neonato che di notte si fa sentire spesso e volentieri, ma anche perché nella sua testa si affollano progetti su progetti. Alberto Bresci, stilista-imprenditore titolare del brand Hydrogen, dal nome del combustibile del futuro, ha un curriculum lastricato di prodotti best seller che hanno tracciato una decisa inversione di tendenza: portare i valori dello sportswear nello stile urbano. Una formula che oggi è tanto di attualità con il trend athleisure ma che lui ha inventato partendo con il suo marchio nel 2003. E che avesse ragione è inutile dirlo dato che a copiare le sue idee sono scesi in campo persino i colossi. L'ultimo esempio? Le scarpe di felpa. «Sono un designer atipico, ho semplicemente osservato la società per anticipare bisogni e risposte» spiega il quarantenne stilista veneto che adora il rischio e va controtendenza spiazzando persino i buyer di alcuni department store soprattutto stranieri abituati a dividere ogni cosa per rigide categorie. Lui ha invece un iter di pensiero fluido e brillante. Come quando ha cominciato con «la camicia dell'avvocato» realizzata sulla scorta di quella in denim che l'amico di università Lapo Elkann indossava perché appartenuta al nonno Gianni. «Me la regalò e decisi di riprodurla usando un tessuto invecchiato ad arte, rotta e lisa negli stessi punti dell'originale, puntando su una qualità tutta made in Italy» racconta. Tuttora questo modello è fra i capi iconici delle collezioni Hydrogen, la prima delle quali era composta da un jeans bianco, dalla «camicia avvocato» e dalla felpa «Chill out in Paris» realizzata per il Buddha Bar di Parigi. Poi, da un altro incontro con Lapo nascono le felpe Fiat: ne vengono realizzate 999 e messe in vendita al prezzo «folle» di 250 euro. «L'idea - spiega Bresci - era che fossero un po'snob, pur con un marchio nazional-popolare, e fossero vendute nei negozi del lusso insieme a griffe e abiti sartoriali». Il successo fu talmente eclatante che nell'ottica del luxury sportswear di Hydrogen sono nate altre collaborazioni di cobranding: K-Way®, Superga®, Mv Agusta, Lotus, Wally Maxy Yacht, Automobili Lamborghini, Alfa Romeo, Gruppo Perfetti, Sartoria Luigi Bianchi Mantova, Henderson, JPLUS, Duvetica. «Attraverso le collezioni trasmetto la mia passione per la vita e in generale i forti legami con il mondo dello sport» dice Bresci che alle linee Hydrogen Man, Hydrogen Woman in collaborazione con Alberto Biani, Hydrogen Kids, Hydrogen Eyewear ha aggiunto Hydrogen Tennis per la quale ha scelto come testimonial della parte active il campione Fabio Fognini. «Il futuro? Visto il successo della linea tennis, penso a proposte per il motosport, per il running e per la palestra» racconta parlando di pezzi ad altissima creatività e qualità, un territorio su cui l'imprenditore si muove con grande acume dato che tutti questi mondi sono complementari e fanno riferimento a un abbigliamento tecnico ideato per i professionisti ma adatto anche a gente comune che ama praticare gli sport con una sorta di «divisa» dalle alte prestazioni. Insomma facendo suo il motto caro a inglesi e americani «thinking is destiny» ossia «volere è potere», Alberto Bresci corre veloce.

«Sono giovane, mi posso permettere di non dormire, di fare programmi e di lavorare con entusiasmo» afferma. Come dargli torto visto che la sua impresa ha archiviato il 2016 con un fatturato cresciuto del 15 per cento e affronta il 2017 con altre ambiziose sfide?

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