"Così ho trasformato il Passante ferroviario in una galleria d'arte"

L'ex docente di Brera Renato Galbusera e un progetto che compie ben 13 anni

"Così ho trasformato il Passante ferroviario in una galleria d'arte"
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La nuova subway cittadina avanza e, con l'apertura delle nuove stazioni sotterranee, anche l'arte fa all'improvviso capolino come speranzoso viatico per la futura fiumana di passeggeri. La bella sorpresa appare sui pilastri delle banchine della nuova fermata di Dateo, che congiunge il Passante Ferroviario alla nuova linea della metropolitana. In superficie giardini, parchi giochi e piste ciclabili; sottoterra, invece, una folla variopinta di gigantesche opere di artisti milanesi decora il passaggio con una sessantina di riproduzioni in formato ovale.

La mostra permanente si intitola Costellazioni, e rappresenta il progetto di arte pubblica più importante realizzato da Artepassante, nata nell'autunno del 2010 dall'iniziativa di un gruppo di docenti del Liceo artistico e dell'Accademia di Brera. Il progetto, figlio di uno studio che ha coinvolto anche le Facoltà di architettura di Milano e Torino, nacque con lo scopo di utilizzare a fini artistici spazi e luoghi non utilizzati dal Passante delle Ferrovie dello Stato. Con l'aggiudicamento del bando di concorso, l'associazione ottenne due spazi per ognuna delle stazioni: Porta Vittoria, Garibaldi, Dateo, Repubblica, Lancetti, Porta Venezia e Villapizzone. Gli spazi ad uso non commerciale, con le grandi vetrine aperte 24 ore sulle aree di transito dei passeggeri, iniziarono ad ospitare eventi e mostre. Ma non solo. «Il nostro è un palinsesto aperto a tutte le discipline culturali, dalla musica alla fotografia, dal teatro ai reading letterari» spiega Renato Galbusera, ex docente di Brera e direttore dell'Associazione Belle Arti. «La condizione essenziale - dice - è stata fin dall'inizio quella di essere svincolati da logiche di sistema e da fini commerciali; niente mercato dell'arte dunque, ma una piattaforma dove ospitare fianco a fianco artisti conosciuti e no, senza alcuna distinzione anagrafica».

La mostra Costellazioni è l'esempio lampante di una democrazia culturale che vede convivere opere - da Domenico D'Aria a Paolo Quinzi - di artisti blasonati ed altri ancora ignoti al mercato. «Il titolo parla di... un'occasione mancata - dice Galbusera - perchè la mostra era stata pensata come un grande allestimento sulla volta del Passante, da guardare con il naso in su; difficoltà tecniche e di costi economici ci hanno fatto optare per un allestimento sui pilastri laterali, ma il risultato è ugualmente di impatto». Quello economico è un aspetto non secondario, trattandosi di un progetto senza fini di lucro, e Artepassante può contare per ora solo su sponsorizzazioni di natura tecnica, principalmente da parte di Ferrovie dello Stato che concede spazi, servizi e forniture elettriche.

Nessun contributo, invece arriva dal Comune e da Atm, che pure si giova indirettamente dei progetti artistici nelle fermate in comune con il Passante (Dateo ne è un esempio). «Abbiamo tentato senza successo un dialogo con Atm, tenuto conto che, rispetto alle metropolitane delle altre grandi città europee, la nostra subway è decisamente triste e anonima. La nuova M4 si disse disponibile ad accogliere progetti di abbellimento delle aree comuni, purchè fosse... a costo zero.

Eppure ci sarebbe una legge che impone all'edilizia di destinare il due per cento degli investimenti ad opere artistiche, ma è la più evasa d'Italia». La verità è che a Milano, la cosiddetta public art è un concetto ancora difficile da far passare.

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