"Così l'opposizione progressista si vuole sbarazzare del Papa"

Papa Francesco al centro di attacchi provenienti da più parti. Ma per il fronte tradizionalista sono i progressisti a preparare un vero e proprio golpe

"Così l'opposizione progressista si vuole sbarazzare del Papa"

Proseguono i malumori tra papa Francesco e il "fronte tradizionalista". La soppressione della Ecclesia Dei, la commissione pontificia creata da san Giovanni Paolo II e poi riformata in parte da Benedetto XVI, rientra nella razionalizzazione dei dicasteri, che culminerà con la pubblicazione della nuova Costituzione Apostolica, oppure si tratta di uno sgambetto ai conservatori? È quello che si chiedono in molti.

L'istituto, del resto, era stato sì pensato per reintegrare i fuoriusciti dalla Fraternità San Pio X, ma nel tempo - grazie a Ratzinger - aveva assunto il valore di garanzia per i fedeli che
continuano a seguire il vetus ordo, cioè coloro che partecipano alla Messa secondo la liturgia preconciliare. Per monsignor Nicola Bux, liturgista, teologo ed ex collaboratore del papa emerito, non ci sarebbe nulla da temere riguardo possibili passi indietro rispetto al Motu proprio Summorum Pontificum, con cui Benedetto XVI liberalizzò la forma straordinaria del rito. La Commissione era "già in liquidazione", per il fatto di non avere un Presidente e, spiega il sacerdote, "l’accorpamento con la Congregazione per la Dottrina della Fede era già in programma sotto il pontificato precedente”. Il nuovo Motu Proprio di papa Francesco, quindi, segnala monsignor Bux, non sarebbe altro che “un mero atto amministrativo” da ricondurre, in generale, alla riforma della curia.

Qualche dubbio in più, invece, è stato sollevato dal vaticanista Marco Tosatti, per il quale il futuro del vetus ordo dipenderà da come il nuovo ufficio riuscirà a portare avanti “quella forma di tutela operata sinora dalla Commissione nei confronti dei fedeli che frequentano il rito tridentino". Anche secondo lo storico Roberto De Mattei, l’iniziativa del Papa sarebbe “avvolta da un alone di mistero”. “Solo con la nomina del nuovo segretario si riuscirà a comprendere meglio quale sarà la linea che intraprenderà il nuovo ufficio”, ha spiegato il presidente della Fondazione Lepanto, che in passato fu tra i promotori della Correctio Filialis indirizzata a Papa Francesco. “Se parte dei poteri che la commissione deteneva venissero espropriati – precisa però De Mattei – potrebbe trattarsi del preludio ad un successivo tentativo di abolire lo stesso Motu proprio Summorum Pontificum”.

Per ora, insomma, lo strappo non c’è stato, anche se nelle scorse settimane alcuni porporati, come il cardinale Walter Kasper, avevano puntato il dito contro i tradizionalisti, identificandoli come “nemici” del pontificato di Francesco. A tal punto da auspicare al più presto un “nuovo conclave”. Ma l’universo conservatore rispedisce le accuse al mittente.

“Le ampie manovre che sarebbero in atto contro papa Francesco – afferma De Mattei - provengono soprattutto dal mondo progressista, ed in particolare da un'ampia parte di coloro che hanno sostenuto il Papa fino a questo momento e che ora se ne vogliono sbarazzare perché delusi dalle mancate riforme”.



“Le nostre critiche al Papa sono state sempre rispettose, aperte e leali - sottolinea lo studioso – ma nella Chiesa c’è anche chi preferisce tramare nell’ombra”. Si riferisce a quei “falchi” dell’ala modernista che starebbero prepararando un “golpe” contro Bergoglio, delusi dalla mancata rivoluzione, in senso sempre più laico, della dottrina, della tradizione e delle istituzioni ecclesiastiche. Tra le motivazioni alla base del malcontento ci sarebbe “la mancata approvazione del diaconato femminile e la messa in discussione solo parziale di alcuni precetti dottrinali”.

La tensione, insomma, si taglia con il coltello, alla vigilia dell’assemblea di fine febbraio dove Papa Francesco ha chiamato a rapporto in Vaticano i vescovi di tutto il mondo per discutere di prevenzione sugli abusi ai danni di minori e adulti vulnerabili. C'è già chi è pronto a scommettere sul fatto che quella possa rappresentare una buona occasione per alzare il tiro contro il Santo Padre.

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