Così è nata la ferocia della piccola "Katie". Cresciuta per diventare una veggente assassina

Una bambina educata a uccidere anche i cuccioli innocenti

Così è nata la ferocia della piccola "Katie". Cresciuta per diventare una veggente assassina
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di Michael McDowell

Seduta al tavolo della stanza c'era una donna sulla trentina, con rughe marcate sul volto e nessuna dolcezza negli occhi. Hannah Jepson stava badando a Katie mentre la madre, in arte Mademoiselle Desire, si esibiva sul palco dell'Olympic Theater. (...) Sul pavimento accanto a Hannah c'era una cassetta di legno, con otto cuccioli di barboncino che guaivano e grattavano le assicelle. Sul tavolo c'era una caraffa di liquore dei più scadenti. La donna riempì una siringa con il liquido nauseabondo, poi si mise un cucciolo in grembo e gli spruzzò l'intero contenuto in gola. Ripeté il processo con tutti i barboncini. I cani si strozzavano, dibattendosi nella sua presa ferrea e sputando un po' di liquore sul suo grembiule, ma la maggior parte scendeva nei loro ventri gonfi. «Perché lo fai?» chiese Katie. «Ferma la crescita» rispose Hannah, laconica. «E perché vuoi fermargli la crescita?» insistette la bambina. «Per venderli alle signore della buona società» spiegò lei. «Sai, loro vogliono cani non più grandi di un cucciolo. A imbottirli di gin restano piccoli. Se sopravvivono» aggiunse, con un'alzata di spalle. Katie seguì l'operazione con interesse. «Tu l'hai mai vista ballare la mamma?» «No» rispose Hannah.

«Quando c'era papà, andavamo a vederla ogni sera». Mostrò alla donna la sua scatola di scampoli.

«Questi vengono dai suoi costumi. La mamma è sempre tanto elegante». Katie sospirò. «Vedi, ho vestito la bambola proprio come lei. E l'ho chiamata Mademoiselle Desire, lo stesso nome della mamma sui cartelloni». Le allungò la bambola e Hannah annuì. In genere non nutriva particolare simpatia per i bambini, ma tutto sommato Katie le piaceva. «Ti va di aiutarmi?» chiese alla piccola. Katie si tirò su entusiasta. Hannah riempì di nuovo la siringa e gliela porse. La bambina sorrise, afferrò un cucciolo e gli ficcò il puntale in gola. Premette a fondo lo stantuffo e sogghignò. Il cane fu preso da una convulsione, tendendo le quattro zampine in uno spasmo improvviso che fece ridere allegramente sia Katie che Hannah. Ma poi vomitò tutto il gin misto a sangue sull'abito della bambina. «Hai spinto troppo forte» osservò la donna. «Devi avergli bucato lo stomaco». «Il mio vestito!» esclamò Katie, guardandosi. «Questo muore» commentò Hannah, esaminando il ventre dilatato del cucciolo. Katie alzò in aria un pugno e lo abbassò di scatto sulla pancia del cane. Si sentì una sorta di pop, e il cucciolo sembrò sgonfiarsi. Un rivolo di sangue e gin gli colò dalla bocca e dalla lacerazione che si era aperta tra le minuscole zampe anteriori. La bambina andò alla finestra, sollevò il pannello di vetro scosso dal vento e scaraventò il cagnolino agonizzante in cortile, tre piani più sotto.Poi si girò verso Hannah. «Che cosa dirà la mamma quando vedrà il mio abito?».

© 1982 Michael McDowell

This edition published by arrangement with The Otte Company through Piergiorgio Nicolazzini Literary Agency (PNLA)

© 2024 Neri Pozza Editore, Vicenza

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