Roma - La giunta per le autorizzazioni di Montecitorio ha detto no alla richiesta di arresto nei confronti del sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. La proposta del relatore Nino Lo Presti di negare l’autorizzazione al Tribunale di Napoli è infatti stata approvata con 11 voti a favore, 6 contrari e un astenuto, il radicale del Pd Maurizio Turco. Il resto dei democratici, compreso il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti, ha respinto la proposta del relatore aderendo quindi alla richiesta di arresto, mentre i due componenti dell’Udc hanno espresso voti diversi fra loro: Domenico Zinzi contrario all’arresto, Pierluigi Mantini favorevole così come l’Idv Federico Palomba. Bruno Cesario, campano, ex Pd, da ieri con il movimento di Francesco Rutelli, era assente.
No del Senato alle mozioni Palazzo Madama dice no alle mozioni presentate dal Pd e dall’Idv che chiedevano le dimissioni del sottosegretario. Contro i due documenti hanno votato Pdl, Lega ed Mpa. A favore Pd ed Idv. L’Udc ha votato la mozione del Pd, ma non quella dell’Idv. La mozione del Pd è stata respinta con 116 sì, 165 no, 2 astenuti. Quella del partito di Di Pietro con 95 sì, 170 no e 17 astenuti. Alla votazione non hanno partecipato i radicali Marco Perduca e Donatella Poretti e a titolo personale Pietro Mercenaro del Pd.
L'ultima parola all'aula Il caso Cosentino andrà in aula "non
prima di due settimane", spiega Castagnetti che motiva così il
suo voto favorevole all’arresto del sottosegretario all’Economia: "C’è l’obbligo del provvedimento, siamo in presenza di 416-bis e
la custodia cautelare in carcere è un atto obbligatorio. Durante
il dibattito in giunta sono emersi elementi di solidità e di
gravità degli indizi a carico di Cosentino che hanno indotto il
gip ad assumere questo tipo di provvedimento". "Abbiamo letto molto accuratamente l’ordinanza - assicura la
capogruppo del Pd in giunta, Marilena Samperi - proprio perché
parlare di libertà personale è delicato a maggior ragione in
questo caso che va ad intaccare il plenum dell’assemblea". Quanto
alla decisione del radicale del Pd Maurizio Turco di astenersi,
minimizza: "I radicali fanno sempre battaglie a sé...". Turco
infatti è contrario alla richiesta di arresto di Cosentino ma,
spiega, "se avessi votato con la maggioranza non avrei potuto poi
presentare in aula una mia relazione di minoranza per spiegare la
ragioni della mia contrarietà che sono diverse da quelle di Pdl e
Lega".
Per il relatore Lo Presti "c’è un fumus persecutionis oggettivo.
Negli atti non ci sono elementi sufficienti per sradicare
Cosentino dai suoi elettori".
Udc: abbiamo votato secondo coscienza "I componenti della giunta per le autorizzazioni a procedere dell'Udc hanno ricevuto dal gruppo
parlamentare il mandato di votare secondo coscienza sulla
richiesta di arresto del sottosegretario. L'Udc invece ha chiesto con una propria mozione le
dimissioni del sottosegretario dal Governo per manifesta
incompatibilità". Lo dichiara in una nota il vicepresidente alla Camera, Michele Vietti.
Di Pietro: "La casta si autossolve" "L’assoluzione dell’onorevole
Cosentino da parte del parlamento è una vergogna per tutti i
cittadini italiani. Oggi abbiamo assistito all’ennesima pagina buia
della nostra democrazia: la casta si è nuovamente autoassolta. Ed è
la conferma di ciò che l’Italia dei Valori ripete da tempo: la
maggior parte di questo Parlamento ritiene che la giustizia non deve
essere uguale per tutti". Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro,
leader dell’Italia dei Valori, che polemizza: "Ma cosa ci possiamo
aspettare da un parlamento che al suo interno ha tantissime persone
con carichi pendenti?". "Il caso Cosentino è lo specchio di una classe politica
corrotta che, non a caso, vuole sostituirsi alla magistratura
- rincara - Basta con questa pagliacciata, questo governo e questa
maggioranza vogliono cambiare i connotati del nostro sistema
democratico. Il voto di oggi è una beffa nei confronti dei cittadini
onesti e un danno per le istituzioni. Un sottosegretario con delega al
Cipe, organo economico che gestisce i soldi degli italiani, non può e
non deve rimanere a ricoprire quel ruolo, deve farsi giudicare come
viene richiesto a tutti i semplici cittadini. I signori parlamentari
che hanno protetto Cosentino si vergognino!".
Cicchitto: "Basta attacchi alla giunta" Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchito denuncia la gravità del comportamento di politici dell’oppozione che alimentano "insulti e aggressioni" alla giunta. "È evidente che per Di Pietro e qualche altro - scrive Cicchitto in una nota - l’unica linea possibile è quella della manette. La maggioranza dei componenti della giunta per le autorizzazioni è stata di diverso parere e ha rilevato l’esistenza di un fumus persecutionis; non per questo va insultata e aggredita.
C’è chi sta cercando di creare un pessimo clima nel nostro Paese. Va in questo senso anche la sollecitazione di chi a livello politico sostiene che tutto ciò che i magistrati affermano o deliberano va accettato a scatola chiusa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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