La crisi del mattone svuota le casse dei Comuni: ora è allarme entrate

Il mercato edilizio fermo affonda i bilanci degli enti: Milano frena e incassa solo 58 milioni, 8 meno delle aspettative In affanno Cinisello e Sesto. Rho salvata dalla Fiera, Monza e Legnano dal nuovo piano di governo del territorio

La crisi del mattone svuota le casse 
dei Comuni: ora è allarme entrate

La crisi del settore edilizio svuota le casse di Palazzo Marino. Nel 2008 il Comune di Milano ha perso 8 milioni e 183.425 euro in tasse per la frenata del mercato immobiliare. Le entrate per gli oneri di urbanizzazione, l’imposta dovuta da chi costruisce o ristruttura le case, sono state infatti pari a 58 milioni e 593mila euro, mentre sarebbero state di 66 milioni e 776.425 euro se fosse continuata la tendenza positiva degli ultimi due anni. Ben il 30% in più nel 2006, con gli oneri di urbanizzazione cresciuti a 44 milioni e 866.282 euro contro i 31 milioni e 416.596 del 2005. Nel 2007 le entrate sono aumentate ancora a 52 milioni e 119mila euro, con un incremento medio nei due anni pari al 21,95% che se fosse proseguito nel 2008 avrebbe portato oltre quota 66 milioni. Invece la crescita reale pari al 12,4% equivale a una brusca frenata, soprattutto se si pensa che nel dicembre 2007 sono entrati in vigore i nuovi oneri di urbanizzazione con le tariffe riviste al rialzo da Palazzo Marino. E se per il 2009 il bilancio di previsione parla di 70 milioni di euro tondi, il raggiungimento dell’obiettivo dipenderà dal nuovo piano casa voluto dal governo. Un intervento tanto più necessario se si pensa che la crisi del mercato edilizio non mette in difficoltà solo le entrate di Milano, ma anche quelle dell’hinterland. Sommando il capoluogo alle altre cinque città con più di 50mila abitanti (Monza, Sesto San Giovanni, Cinisello, Legnano e Rho), emerge che nel 2008 sono stati persi 15 milioni e 575.571 euro, con entrate pari a 78 milioni e 144.604 euro invece che a 93 milioni e 720.175. Il Comune che ci rimette di più è Sesto, per ben 9 milioni e 199.356 euro, con introiti effettivi pari a solo 1 milione e 49mila euro, di gran lunga i più bassi tra le sei città prese in considerazione. Non se la passa bene neanche Cinisello che perde 5 milioni e 447.981 euro, incassandone 2 milioni e 880.546 invece di 8 milioni e 328.527. Al contrario registrano un’accelerata Legnano (+627.346 euro) e Monza (+4 milioni e 741.451), dove a influire positivamente è stato soprattutto il nuovo Piano di governo del territorio entrato in vigore a fine 2007. Ma la vera sorpresa è Rho, che guadagna 1 milione e 886.394 euro in più rispetto alla tendenza degli ultimi anni, incassando nel 2008 ben 5 milioni e 781mila euro. Merito della nuova fiera, in grado di dare una «scossa» benefica all’intero settore edilizio. Invertendo la tendenza che aveva portato a scendere dai 4 milioni e 735mila euro del 2006 ai 3 milioni e 747mila euro del 2007.
Secondo l’assessore allo Sviluppo del territorio del Comune di Milano, Carlo Masseroli, «questi dati evidenziano quanto sia importante il piano casa del governo Berlusconi, che può rendere il sistema dell'urbanistica un fattore di ripresa per l’intera economia».

Un rilancio che anche Palazzo Marino intende favorire, in primo luogo «puntando sul progetto per l’housing sociale, rivolto soprattutto ai giovani e agli anziani e permesso dal fatto che, paradossalmente, in un momento di crisi gli operatori sono più sensibili alle fasce meno benestanti». Infine, per Masseroli, «la crescita di Rho rivela il ruolo che possono giocare le infrastrutture, attraendo persone in un sistema ordinato e incrementando il valore del territorio».

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