Orlando Sacchelli - Francesco Maria Del Vigo
Milano – Girano per la città con un fagotto di carne colmo di salse, verdure e patate fritte. Sono una legione ormai. “Ci facciamo un kebab?”. Lo si sente dire a qualunque ora. Dalle undici del mattino alle prime luci dell’alba. Alla faccia di adipe e succhi gastrici. Ogni momento è buono per l’intingolo turco. E, per la legge del mercato, i kebab proliferano coi loro colori, i loro sapori e i loro odori. Inconfondibili. Certe strade nostrane più che di cassoeula e bagna cauda ormai sanno di spezie del Gran Bazar. Una pietanza che qualcuno non riesce proprio a digerire.
Lombardia, giro di vite La Regione Lombardia ha imposto un giro di vite non solo sui kebab ma, più in generale, su tutti i cibi d'asporto. Pizza e gelati compresi. Innanzitutto il coprifuoco: chiusura all'una di notte. Regole igienico-sanitarie più severe. Divieto di consumare i cibi utilizzando sedie e tavolini all'aperto. Multe dai 150 ai 1000 euro. Si potrà mangiare in piedi, fuori dal locale, ma niente più bivacchi di notte. La legge permette ai Comuni di individuare aree off-limits per l'apertura di nuovi esercizi commerciali di un certo tipo: niente più kebab e ristoranti etnici nei centri storici. Il caso di Lucca ha fatto scuola. Esulta la Lega, promotrice della legge. L'opposizione parla di norma incostituzionale e prevede una bocciatura da parte del Tar. Staremo a vedere. Intanto la protesta pro kebab si mobilita su internet. Creati gruppi di disobbedienza che invitano a mangiare gelati e kebab anche di notte, sui marciapiede di fronte ai locali. Su Facebook è nato il Couscous Clan: un manifesto in dieci punti che esalta la cultura gastronomica come frutto di incontri, scambi e diversità. Il motto è questo: il cibo unisce i popoli, non li divide.
Dilagano i cibi etnici Il consumo di cibi etnici è aumentato del 10,5% nel 2008. Kebab, cous-cous e involtini primavera dilagano nelle nostre città. C'è chi parla d' invasione. Ma è davvero così? La discussione è aperta. A gennaio il Comune di Lucca ha approvato un regolamento che vieta l'apertura di nuovi negozi etnici nel centro storico. All'interno delle mura della città toscana vivono 8mila lucchesi e ci sono 5 kebab. Per qualcuno sono già troppi. A Milano sono 350. Ma forse sono di più.
Problemi sanitari I vigili urbani di Milano hanno fermato un furgone: trasportava carne in pessime condizioni igieniche. Il termometro segnava 9 gradi, per legge deve essere a -15. La carne, di provevienza ignota, era destinata ai kebab milanesi. Il proprietario del furgone era un turco di 35 anni. Riforniva, da quanto è risultato dalle bolle di consegna, tutto il capoluogo milanese. In tre mesi sono stati effettuati 80 controlli: 15 i sequestri di merce per cattiva conservazione. Venticinque le persone denunciate. Duecentosettanta i verbali per violazione di norme igieniche. L'operazione “Mangia sicuro”, condotta dai veterinari della Asl e dall'Annonaria del Comune di Milano, va avanti.
Kebab come pizza o hamburger? Per mangiarsi un kebab bastano 3 euro e mezzo. Quelli più buoni sono fatti con carne scelta appositamente, condita con le spezie e messa sullo spiedo, fetta dopo fetta. La differenza si sente al palato. Poi ci sono i kebab già pronti: cilindri di carne semicongelata preparati dai grossisti, prevalentemente tedeschi. Con meno di cinque euro si mangia e si beve. Alla portata di tutte le tasche. Potrà fare, anzi fa già concorrenza alla pizza o agli hamburger di McDonald's. Legge o non legge la globalizzazione alimentare passa anche attraverso il kebab. Questione di gusti. Ma anche questione di soldi...
- Viaggio tra i kebab di Milano - di Orlando Sacchelli
- Ma di notte si può mangiare solo kebab - di Francesco Maria Del Vigo
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