Non ci sarà nessun ricorso in Appello per Alberto Genovese, l'ex imprenditore del web condannato con rito abbreviato a 8 anni e 4 mesi di reclusione per violenza sessuale nei confronti di due modelle: il primo caso a Ibiza, il secondo nell'attico milanese di piazza Beltrade. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, la "mossa dei legali" si basa sulla riforma Cartabia che, in assenza di impugnazione, garantisce lo sconto di un sesto sulla pena inflitta nel primo grado di giudizio.
Perché Genovese può avere lo sconto di pena
Il nuovo comma 2-bis dell’articolo 442 del Codice Penale prevede che, in caso di mancata impugnazione da parte dell’imputato e del suo difensore contro la sentenza di condanna pronunciata all’esito del giudizio in abbreviato, la pena comminata possa essere ulteriormente ridotta di un sesto dal giudice dell’esecuzione. Ciò significa che, nel caso specifico di Alberto Genovese, la pena passerà da 8 anni e 4 mesi a poco meno di 7. Dopodiché la difesa dei legali dell'ex imprenditore, gli avvocati Luigi Isolabella e Davide Ferrari, si sposterà al Tribunale di Sorveglianza. Il 45enne, ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi dalle droghe, rischia di rientrare in carcere se "l'Ufficio esecuzione della Procura emetterà un ordine di carcerazione 'non sospeso'", precisa il Corriere. Questo perché il reato di violenza sessuale è ostativo alla concessione di misure alternative alla detenzione ordinaria. Tuttavia la difesa potrebbe giocare la carta del "pre-sofferto" e, quindi, il tempo che Genovese ha trascorso in custodia cautelare potrebbe coprire parte della pena comminata per le violenze sessuali.
La condanna per violenza sessuale
Lo scorso 19 settembre, Alberto Genovese è stato condannato a 8 anni e 4 mesi di carcere per violenza sessuale, detenzione e cessione di stupefacenti per due episodi di stupro. Il primo commesso ai danni di una modella 18enne, nell'attico Terrazza Sentimento, ad ottobre del 2020. Il secondo nei confronti di una 23enne, sull'isola di Ibiza, a luglio dello stesso anno. Secondo l'accusa, entrambe le giovani sarebbero state stordite con un mix di sostanze. Nel corso della requisitoria i pm avevano parlato anche di un preciso "rituale" di "parafilia predatoria" che contemplava l'assunzione e somministrazione di stupefacenti alle vittime.
Per la difesa, invece, l'uso massiccio di droghe combinato a un disturbo mentale Asperger (emerso solo in tarda età), avrebbe indebolito la capacità di intendere e volere del 45enne. Una delle due vittime (la modella 18enne) avrebbe riportato "danni permanenti" con una invalidità al 40% che non le consentirebbe di lavorare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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