Umbria, governatrice Tesei sotto indagine ma la procura archivia

La presidente della Regione Umbria era stata iscritta nel registro degli indagati (insieme all'assessore Paola Agabiti) per un bando da 10 milioni e 700mila euro per la costituzione della filiera umbra del tartufo

Umbria, governatrice Tesei sotto indagine ma la procura archivia
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La posizione di Donatella Tesei è da archiviare perché il fatto non è più previsto come reato: è scritto così su uno dei fascicoli approdati recentemente dalla procura all'ufficio del Gip di Perugia. La presidente della Regione Umbria - eletta con la Lega nel 2019 ricandidata a governatrice per il centrodestra alle elezioni che si terranno il 17 e 18 novembre - era stata iscritta nel registro degli indagati per abuso d'ufficio insieme a Paola Agabiti, assessore regionale con deleghe al bilancio, programmazione europea e turismo. La vicenda riguarda un bando da 10 milioni e 700mila euro per la costituzione della filiera umbra del tartufo: di questi, 4,8 milioni sono stati assegnati alla Urbani Tartufi al termine dell'istruttoria che ha visto vincitrici cinque aziende della regione. L'azienda vincitrice è di proprietà del marito dell'assessore Agabiti: quest'ultima è stata dirigente nel gruppo e al suo interno lavora anche uno dei figli della presidente Tesei che, proprio nei mesi di apertura del bando, era stato assunto a tempo indeterminato.

Il titolo del bando regionale sul quale la procura di Perugia e la Guardia di Finanza provinciale hanno acceso un faro, a seguito di un esposto anonimo arrivato negli uffici guidati da Raffaele Cantone nel dicembre del 2023, era: "Cooperazione per la creazione e lo sviluppo di filiere corte nel settore della tartuficoltura". In ogni caso i magistrati non hanno riscontrato alcuna irregolarità nell'assegnazione dei fondi, benché la procura perugina ritiene che Tesei e Agabiti avrebbero dovuto astenersi dalla votazione delle delibere, approvate all'unanimità. Per questo motivo alla membra della giunta regionale era stato recapitato anche un invito a comparire, ma l'assessore non è mai stata interrogata. Nel corso delle indagini è stato invece sentito, come persona informata dei fatti, l'assessore all'agricoltura e vicepresidente regionale, Roberto Morroni.

La storia di questo concorso ha origine il 1° settembre 2021, praticamente subito dopo la pandemia da Covid-24, quando la giunta regionale ha approvato un nuovo riparto delle risorse finanziare assegnate dal Piano di Sviluppo Rurale. Due settimane più tardi, con una nuova deliberazione, la giunta regionale stabilì di attivare programmi di investimento per tre filiere: quella del tartufo, quella del luppolo e quella dell’olivo. Cinque milioni e quattrocentomila euro i fondi destinati originariamente alla creazione e lo sviluppo di quella del tartufo: fondi che poi saliranno, nei mesi successivi alla pubblicazione del bando, a 10 milioni e 700mila euro.

La ricostruzione di quanto avvenuto è stata effettuata dalla Guardia di Finanza, che tra la primavera e l'estate è entrata più volte negli uffici della Regione per acquisire la documentazione necessaria. Delle scorse ore, quindi, la notizia della richiesta di archiviazione per la presidente Tesei dopo l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio prevista dalla riforma Nordio.

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