È stato arrestato il boss mafioso Giuseppe Auteri, ricercato da anni e inserito tra i latitanti estremamente pericolosi. Auteri ritenuto attualmente al vertice del mandamento mafioso di Palermo Porta Nuova era considerato un elemento influente di Cosa nostra. Per lui è stata data esecuzione all’ordinanza di Custodia cautelare in carcere per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso ed associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. E' stato cercato anche all'estero e invece, era a due passi dalla stazione centrale di Palermo nella zona di via Oreto.
Nella lista dei latitanti più ricercati
Nella lista dei cento latitanti più ricercati, inseguito dalla giustizia dal settembre 2021, il boss Giuseppe Auteri, 48 anni è finito nel pomeriggio in manette, arrestato dai carabinieri in un appartamento di via Giuseppe Recupero, nel quartiere Oreto di Palermo. Aveva con sé una pistola con matricola abrasa e circa 5 mila euro in contanti. L’area attorno al palazzo dove si trovava il latitante è stata cinturata a partire dalla mattina. Nonostante l’accortezza di Auteri, che ha evitato incontri con familiari e persone a lui vicine, gli uomini dell’Arma sono riusciti a individuare il suo covo. All’irruzione dei carabinieri, il boss non ha opposto resistenza e non ha detto nulla. Nell’appartamento, dove viveva da solo, sono stati trovati documenti che sono al vaglio degli investigatori.
La pistola con la matricola abrasa
All’atto dell’arresto, il latitante è stato trovato in possesso di un revolver con matricola abrasa, di quindici colpi e di un’ingente quantità di denaro contante. Almeno cinquemila euro ma la perquisizione del covo è proseguita.
Espletate le formalità di rito, l’arrestato è stato portato in carcere presso l'istituto “Pagliarelli” di Palermo. "È doveroso - spiegano dal Comando provinciale dei Carabinieri - rilevare che l’odierno destinatario della misura restrittiva è, allo stato, solamente indiziato di delitto e la sua posizione sarà oggetto di accertamento processuale".
L’operazione è stata frutto di un lavoro congiunto dei militari del Nucleo investigativo del reparto operativo del Comando orovinciale di Palermo, con il supporto tecnico del Ros e, in fase esecutiva, della Compagnia di intervento operativo del 12° Reggimento Carabinieri Sicilia e del Nucleo radiomobile di Palermo
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