"Tutti assolti". Ecco perché l'omicidio Mollicone resta senza colpevoli

A luglio, i cinque imputati erano stati assolti per l'omicidio di Serena Mollicone. Ora la Corte d'Assise spiega le ragioni: "Carenze probatorie"

Guglielmo Mollicone tiene la foto della figlia Serena
Guglielmo Mollicone tiene la foto della figlia Serena

Nelle motivazioni con le quali i giudici della Corte d'Assise del tribunale di Cassino hanno assolto gli imputati nel caso Mollicone, viene spiegato che gli "esiti dibattimentali non offrono indizi gravi, precisi e concordanti sulla base dei quali possa ritenersi provata, oltre ogni ragionevole dubbio la commissione in concorso da parte degli imputati della condotta omicidiaria contestata". Non ci sono prove, quindi per ritenere gli imputati colpevoli dell'omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce uccisa nel 2001 e poi abbandonata in un bosco poco distante dalla caserma dei carabinieri locale. Qui era in servizio il maresciallo Mottola, padre di Marco, inizialmente indicato come autore.

I giudici, quindi, spiegano che "come già ampiamente esaminato, numerosi elementi indiziari, costituenti dei tasselli fondamentali dell'impianto accusatorio del pm, non sono risultati sorretti da sufficiente e convincente compendio probatorio". Le motivazioni arrivano a distanza di mesi dalla sentenza emessa il 15 luglio 2022. Sul banco degli imputati si trovano la famiglia Mottola e i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano. Le motivazioni sono state esposte dai giudici in un fascicolo di oltre 230 pagine, nelle quali viene anche sottolineato che "non sono stati provati molti degli asseriti depistaggi che, secondo l'accusa, il maresciallo Mottola avrebbe compiuto in sede di prime indagini". Stando all’interpretazione della corte, "sono emerse delle prove che si pongono in termini contrastanti rispetto alla ricostruzione dei fatti da parte della pubblica accusa".

Per i giudici, non ci sono abbastanza evidenze probatorie che possano portare alla condanna dei soggetti. In particolar modo, si legge nella sentenza, al centro dell'attenzione ci sono gli ordini di servizio, al centro della ricostruzione dell'accusa, dei quali "non solo non è stata provata la falsità ma sono emersi numerosi elementi probatori di segno contrario, che inducono a ritenere, sulla base delle risultanze e valutazioni già svolte, che i citati servizi esterni siano stati effettuati dai militari interessati".

Per tali ragioni, "a fronte di tali carenze probatorie nei confronti dei singoli imputati", proseguono i giudici, "si deve evidenziare come dall'istruttoria dibattimentale siano emersi consistenti e gravi elementi indiziari nei quali si deve necessariamente desumere

l'implicazione nella commissione del delitto in esame i soggetti terzi, che sono rimasti ignoti". Quindi, gli autori dell'omicidio di Serena Mollicone vanno ricercati all'esterno del campo degli imputati.

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