Basciano e l'ordinanza sui social. Ecco perché il giudice l'ha scarcerato

Il dj e influencer è stato messo in carcere senza l'interrogatorio preventivo di garanzia. Grazie alle prove fornite dagli avvocati dell'uomo, il giudice si è convinto che la denuncia, presentata e ritirata dalla compagna Sophie, era infondata

Basciano e l'ordinanza sui social. Ecco perché il giudice l'ha scarcerato
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Tutti documenti che i magistrati avrebbero potuto trovare spontaneamente, prima di fare scattare le manette all'influencer Alessandro Basciano, accusandolo di stalking ai danni della fidanzata. Le conversazioni tra i due, alla portata di qualunque inchiesta telematica. E, ancora più facilmente, la revoca della querela sporta da Sophie Codegoni, la fidanzata.
Invece Basciano è stato messo in carcere, senza neanche effettuare l'interrogatorio preventivo di garanzia previsto dalla nuova legge. Ed è stato lui, attraverso i suoi avvocati, a depositare le prove. Così anche il giudice si è convinto che non era vero niente, che la denuncia presentata e poi ritirata da Sophie, anche lei di professione influencer, era del tutto infondata.
Le motivazioni della scarcerazione sono state divulgate dallo stesso Basciano sul suo profilo Instagram. Nel decreto del giudice preliminare Anna Magelli si legge che "il difensore dell'indagato ha prodotto gli screenshot delle chat intercorse tra quest'ultimo e la persona offesa risalenti ai giorni immediatamente precedenti, dal cui contenuto traspare una relazione tra i due certamente non caratterizzata da paura o timore della Codegoni nei confronti dell'ex compagno; in particolare sembra poco compatibile con il turbamento e la paura che tipicamente conseguono a una condotta sussumibile nell'art.612 bis (ovvero lo stalking, ndr) l'atteggiamento tenuto dalla Codegoni la quale dopo avere accettato un prezioso dono da parte dell'indagato e una lettera a lei indirizzata gli esprime commozione e svolge una serie di considerazioni sul loro pregresso rapporto, facendo riferimento anche a colpe e responsabilità reciproche; analogamente pare poco credibile che la Codegoni vivesse in un costante stato di ansia e di paura a causa della condotta tenuta nei suoi confronti dall'indagato, quando ancora il 12 e 13 novembre intratteneva con quest'ultimo conversazioni e chat che denotano un rapporto sereno e certamente non connotato da quella costante paura che la stessa ha descritto nella querela del 14 novembre".
Il giudice inoltre dà atto che nell'atto con cui ritirava la querela la Codegoni "dichiarava espressamente che lei e l'odierno indagato avevano ripreso la relazione sentimentale e stavano vivendo in armonia il loro rapporto genitoriale oltre che di coppia".


Non erano tutte rose e fiori, tra i due infuencer: il giudice dice assodato che "nella relazione tra i due vi siano stato "da parte di Basciano condotte connotate da scompostezza verbale e da espressioni irriguardose". Ma nient'altro. "Giustizia è stata fatta - scrive Brasciano sul suo priflo - le menzogne vengono a galla, ora chi ha mentito pagherà le conseguenze".

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