Blitz questa mattina all'alba a Viterbo, dove un'operazione interforze ha permesso di arrestare Baris Boyun, quarantenne turco di origini curde considerato uno degli esponenti di spicco della mafia turca. L'uomo è stato prelevato dagli agenti mentre si trovava nella sua residenza in una frazione rurale del capoluogo etrusco nell'ambito di un'operazione dai connotati molto più ampi che da questa mattina vede in campo decine di agenti della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza in molte parti del Paese.
Non è chiaro l'esatto motivo per il quale è stato arrestato questa mattina ma non è la prima volta che Boyun entra a contatto con la giustizia italiana. Nel 2022 è stato arrestato a Rimini e la Turchia ne ha chiesto l'estradizione, "per dare esecuzione a un provvedimento di cattura internazionale emesso il 6 aprile 2022 dal Tribunale di Istanbul", dove l'uomo risultava indagato "nell'ambito di un procedimento penale pendente nello Stato richiedente nel quale è stato chiamato a rispondere dei reati di omicidio, lesioni personali, minacce, partecipazione a un'associazione per delinquere e violazione della disciplina sulle armi".
Dalle intercettazioni catturate dalla polizia emerge la volontà di Boyun di realizzare un attentato. Parla di agguati fatti con bombe e kalashnikov, di pistole Glock da prendere in Olanda e di fucili M2 "che lanciano bombe" che sono disponibili in Svizzera. "Sto facendo grandi preparativi, tutta la Turchia ne parlerà. Farò saltare in aria la fabbrica, lo farò fare", dice in una delle intrcettazioni, per poi aggiungere: "Ti ricordi quell'organizzazione terroristica che ha assalito i poliziotti facendosi saltare in aria? Attacchi kamikaze". Quindi, in un altro passaggio, afferma che "finché Allah mi darà la vita non è possibile che qualcuno mi punisca". E fa riferimento a una fabbrica e un hotel da far saltare in aria.
Accuse molto forti e gravi sono state fatte in capo a Boyun, che però non è stato mai estradato nel suo Paese, in quanto i Supremi giudici hanno ritenuto consistente "il rischio di essere sottoposto, se consegnato alla Turchia, a trattamenti disumani degradanti, in quanto egli è di etnia curda (come parrebbe confermato dalla regione di provenienza di entrambi i genitori) nonché affiliato a un partito filo curdo". I dettagli di questa operazione verranno forniti del corso della giornata dalla procura di Milano che conduce le indagini. Quel che finora si sa è che oltre a Boyun sono coinvolti altri 18 soggetti e che i blitz si sono svolti con il contributo della Squadra Mobile di Como, del Servizio Centrale Operativo di Roma, della Sezione Investigativa S.C.O. di Milano e di Brescia, delle Squadre Mobili di Catania, Crotone, Verona, Viterbo, delle Unità Operative di Primo Intervento (U.O.P.I.), del Reparto Prevenzione Crimine “Lazio” e “Lombardia”, della la Guardia di Finanza di Milano e Roma, delle unità cinofile di Roma, il l° reparto Volo di Roma e della Polizia Scientifica delle città interessate.
All'operazione, dai connotati internazionali anche perché i blitz si sono svolti sia in Italia che in Svizzera, ha partecipato anche la polizia turca del Kom. Quel che finora si sa è che l'obiettivo era quello di sgominare un'organizzazione criminale turca radicata sul territorio e che i 19 soggetti coinvolti, tutti turchi, sono dimoranti in Italia, ma anche in Svizzera e Germania e Turchia.
Le accuse che gli vengono imputate a vario titolo solo di associazione per delinquere aggravata anche dalla transnazionalità, banda armata diretta a costituire un’associazione con finalità terroristiche ed a commettere attentati terroristici, quindi detenzione e porto illegale di armi “micidiali” e di esplosivi, traffico internazionale di stupefacenti, omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L'ordinanza è stata emessa dal gip del tribunale di Milano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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