"Trattamento inumano e degradante". E Alberto Genovese chiede la riduzione della pena

Tornato in carcere a febbraio, punta a uscire con una misura alternativa alla detenzione, come l'affidamento terapeutico

"Trattamento inumano e degradante". E Alberto Genovese chiede la riduzione della pena
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Avrebbe ricevuto un“trattamento inumano e degradante” in carcere e per questo motivo ha chiesto al suo avvocato, Antonella Calcaterra, di presentare ai giudici un'istanza di riduzione della pena. Alberto Genovese è un ex imprenditore del web già condannato in via definitiva a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per i due presunti episodi di abusi commessi ai danni di una 18enne nell'attico Terrazza Sentimento (ottobre 2020) e di una 23enne a Villa Lolita a Ibiza (luglio 2020) in cui entrambe le giovani sarebbero state stordite con un mix di stupefacenti. Il detenuto non sembra reggere più la pressione da condannato. Il reclamo si appella a una presunta violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

La norma a tutela dei detenuti

In particolare, il legale di Genovese fa riferimento all’articolo 35 ter dell'ordinamento penitenziario per il quale si può chiedere, per queste presunte violazioni, "a titolo di risarcimento del danno, una riduzione della pena detentiva ancora da espiare pari, nella durata, a un giorno per ogni dieci durante il quale il richiedente ha subito il pregiudizio". Insomma, l’imprenditore sta provando ad accorciare la pena che gli è stata inflitta dai magistrati.

Il carcere

Genovese aveva vissuto in una cella a San Vittore dal novembre 2020, quando era stato arrestato, fino a fine luglio 2021, quando era passato ai domiciliari in una comunità per disintossicarsi. Adesso si è tenuta l'udienza di discussione dell'istanza davanti alla giudice della Sorveglianza di Milano Paola Corbetta, che si è riservata di decidere. Intanto, tornato in carcere a febbraio per l'esecuzione della pena definitiva, ovvero perché il reato ostativo di violenza sessuale non consente in questo caso di scontare la pena a casa, l'ex imprenditore punta a uscire con una misura alternativa alla detenzione, come l'affidamento terapeutico.

Gli restano da scontare poco meno di quattro anni. Nei prossimi giorni la Sorveglianza dovrà affrontare anche questo tema. Genovese, arrestato il 6 novembre 2020, deve restare in cella, togliendo il pre-sofferto (ossia il tempo già passato in custodia cautelare), quattro anni, ma con l'eventuale concessione della liberazione anticipata la pena potrebbe scendere di qualche mese.

Genovese, intanto, rischia il processo anche per un secondo filone di indagini nel quale è accusato di altre due violenze con lo stesso schema, di intralcio alla giustizia e di detenzione di materiale pedopornografico.

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