Caso Ramy, ora i pm valutano anche l'accusa di omicidio con dolo eventuale per i carabinieri

Le immagini nuove della dashcam e del Comune di Milano hanno riacceso la discussione sulla morte di Ramy Elgaml. Il papà: "Ho fiducia nei giudici e nella giustizia italiana"

Il momento dell'incidente tra la gazzella dei carabinieri e lo scooter
Il momento dell'incidente tra la gazzella dei carabinieri e lo scooter
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La procura di Milano sta ancora indagando sul caso della morte di Ramy Elgaml, avvenuta poco prima dell'alba del 25 novembre a Milano in conseguenza di un inseguimento messo in atto da tre gazzelle dei Carabinieri. Secondo alcune indiscrezioni i pm starebbero, tra le altre ipotesi, valutando la possibilità che da parte dei militari si possa procedere per il reato di omicidio con dolo eventuale, al posto dell'attuale omicidio colposo. Il dolo eventuale viene contestato a chi, pur di realizzare un determinato risultato, accetta che le conseguenze della sua condotta possano produrre (anche) un (altro e) diverso illecito non direttamente perseguito.

I video diffusi nelle ultime ore, che mostrano le ultime fasi dell'inseguimento allo scooter guidato da Fares Bouzidi hanno riacceso il dibattito sull'operato dei carabinieri. ""I video che si sono visti non lasciano spazio ai dubbi: c'è stato uno speronamento da parte della macchina dei carabinieri sul motorino teso a provocarne la caduta quindi conseguentemente la morte del povero Ramy e questo impone di interrogarsi sulla corretta qualificazione giuridica dei fatti. Ci sono elementi per configurare l'omicidio volontario, quanto meno sotto il profilo del dolo eventuale", ha dichiarato l'avvocato Marco Romagnoli, che insieme all'avvocato Debora Piazza difende Fares Bouzidi. Tuttavia, la polizia locale che ha effettuato i rilievi ha escluso che sia stato l'urto a far cadere lo scooter. "Altra considerazione è quella del comportamento dei carabinieri che li si è visto pacificamente voler fermare questo veicolo a ogni costo, anche a costo di provocare ciò che poi purtroppo è accaduto e questo, a mio avviso, è inaccettabile in uno stato di diritto come il nostro", ha concluso.

La madre di Ramy ha commentato gli ultimi sviluppi, spiegando che "quando ho visto mio figlio morto investito, sotto la gazzella dei Carabinieri, mi sono sentita male. Ma poi, dopo 45 giorni, ho potuto dormire. Perché quel video vuol dire che la verità sta arrivando, non è stata coperta". Nessuno, ha detto, "ci ha chiesto scusa. Nessuno di loro ci ha chiamato, anche per un incontro, saremmo andati". Il padre del 19enne, invece, ha dichiarato che "quelli che ho visto nel video, uno, due, tre, sono carabinieri sbagliati. Ma ci sono anche i Carabinieri veri. Non sono tutti uguali, e ho fiducia in quelli giusti".

Al Tg3 l'uomo ha aggiunto che "con il video è arrivata una verità, di questo sono contento, ho fiducia nei giudici e nella giustizia italiana: io, la mia famiglia e tutta la comunità egiziana. Fiducia al 100%".

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