Caso Toti, quello che non torna. Il sindaco: "Mai avute pressioni sulla spiaggia"

Il primo cittadino a Quarta Repubblica sull'indagine su Toti: "Questa spiaggia è libera". La ristrutturazione dell'ecomostro

Caso Toti, quello che non torna. Il sindaco: "Mai avute pressioni sulla spiaggia"
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Per non perdersi nel falcone dell’inchiesta su Giovanni Toti e la Liguria non bisogna seguire lo spartito messo in campo dai giornali in questi giorni. Evitare come la peste di infilare tutto in un grande calderone, mischiare e tirare fuori titoli ad effetto: la spiaggia, il porto, la mafia, le mascherine Covid. Non si capisce più nulla, resta solo il sospetto che il governatore sia un tremendo malfattore. Anche se i presunti reati sono tutti da dimostrare e gli indizi devono ancora essere verificati nell’eventuale processo.

Soffermiamoci allora sulla spiaggia di Punta dell’Olmo, quell’angolo di riva tra Varazze e Celle Ligure al centro delle attenzioni dei magistrati. Partiamo dalle vicende note: in quella zona, lì dove una volta sorgevano le colonie bergamasche, le società degli Spinelli (padre e figlio, entrambi indagati) hanno costruito e stanno costruendo appartamenti di lusso. Prezzo al metro quadro, riporta La Stampa: 11mila euro. Il che, fino a prova contraria, non è un reato. Tra le promesse fatte ai possibili acquirenti anche la vicinanza con la spiaggia di cui “un certo volume è sempre stato di proprietà delle colonie” e quindi “adesso è nostro”. Il progetto prevede la costruzione di un ristorante e di uno stabilimento balneare: niente di privato, né ad uso esclusivo: aperto a tutti, ma ovviamente soprattutto per chi abita lì.

L’accusa riguarda le presunte promesse di Giovanni Toti a Aldo e Roberto Spinelli. Innanzitutto, una pratica sul “piano casa di Celle” che sarebbe stata “risolta” e a cui avrebbe fatto seguito la richiesta di avere “una mano” per le elezioni. Secondo i magistrati, in sostanza, Toti avrebbe ricevuto i finanziamenti elettorali esplicitamente per "trovare una soluzione" e per "agevolare una pratica edilizia". Secondo: gli imprenditori speravano di potere rendere "privata" in qualche modo la spiaggia sotto gli immobili. Da alcune intercettazioni risulterebbe che il governatore abbia provato con l'ex sindaco di Varazze, Alessandro Bozzano, ad inserire un'altra spiaggia nel computo di quelle libere per dare in concessione Punta dell'Olmpo a Spinelli.

Sin qui, le ipotesi. Nel suo interrogatorio di garanzia, tuttavia, Aldo Spinelli assistito dall’avvocato, Andrea Vernazza, ha fatto sapere ai pm che in realtà Toti avrebbe avanzato promesse che poi non sarebbe stato in grado di mantenere. O non l’ha voluto fare. Il motivo? Semplice: “Non si poteva fare nulla per la Bolkestein”, la direttiva Ue sulla gestione delle coste. In sostanza: il presunto corruttore, che sostiene di aver finanziato tutti i partiti, inclusa Emma Bonino, ha versato legalmente fondi nella speranza che Toti privatizzasse una spiaggia che non poteva privatizzare.

Non solo. Quarta Repubblica è andata sul posto e il sindaco di Verace ha confermato che questa è e resterà una spiaggia libera. “Io non ho mai ricevuto pressioni per trasformare questa spiaggia da pubblica a privata”, ha detto Luigi Pierfederici. In realtà quello che dovrà essere messo a posto, Punta dell’Olmo s.p.a. è in attesa dei permessi, è un orribile economostro abbandonato che sta lì da 30 anni che verrà trasformato in bar e ristorante.

L’unico crimine qui, come giustamente ha fatto notare Nicola Porro, pare solo uno: il fatto che per decenni quel rudere sia rimasto tale senza fornire servizio alcuno. In una delle più belle spiagge della Liguria.

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