Chiede il "pizzo" alle prostitute e le massacra di botte: la follia dello straniero

Un cittadino albanese finirà a processo a Massa per lesioni e tentata estorsione: insieme ad alcuni complici, avrebbe imposto un vero e proprio "pizzo" alle donne che si prostituivano per strada

Chiede il "pizzo" alle prostitute e le massacra di botte: la follia dello straniero
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Avrebbe più volte chiesto il "pizzo" alle prostitute, pretendendo da loro una certa somma in denaro a cadenza settimanale per poter continuare a stare sul marciapiede ad attirare i clienti. E quando le malcapitate si rifiutavano di assecondare la sua richiesta, non esitava a mettere loro le mani addosso, massacrandole di botte. Protagonista della vicenda surreale che arriva da Massa è un giovane originario dell'Albania, il quale proprio nelle scorse ore è stato rinviato a giudizio: dovrà rispondere delle accuse di lesioni e tentata estorsione.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, aveva trovato un modo alternativo di sfruttare la prostituzione, riuscendo con tutta probabilità ad estorcere alle donne centinaia e centinaia di euro. Sulla base di quel che riporta il quotidiano La Nazione, i fatti contestati si sarebbero svolti fra il 2018 e il 2019 e lo straniero in questione è accusato di essere il leader di una "banda" di cittadini dell'Europa dell'Est che miravano a gestire il racket del sesso a pagamento sul territorio comunale della città toscana.

O meglio, di una "gang" che provava a sfruttarlo ulteriormente sul piano economico, in maniera "alternativa": al momento lo straniero non è infatti accusato tanto di aver costretto le giovani a prostituirsi, quanto piuttosto di aver imposto loro un vero e proprio pizzo. Secondo un modus operandi a quanto pare ben collaudato: l'uomo si presentava dalle varie ragazze mentre battevano per strada, chiedendo loro 250 euro a settimana per poter continuare ad esercitare la professione. "Se vuoi lavorare qui, adesso devi pagarmi", diceva alla ragazza senza mezzi termini.

Dinanzi alle proteste delle prostitute, reagiva prendendole a male parole, alternando insulti a vere e proprie minacce. E quando le intimidazioni verbali non si rivelavano sufficienti a convincerle, passava direttamente ai fatti e le aggrediva sul piano fisico insieme a tre o quattro complici (i quali risulterebbero attualmente irreperibili).

Con un'accortezza: secondo gli investigatori, durante i pestaggi gli aggressori non miravano mai a colpire le vittime in pieno volto. Questo perché, nella loro visione, eventuali ematomi in faccia avrebbero reso le donne in questione meno attraenti agli occhi della clientela e il tutto si sarebbe alla fine tradotto in minori guadagni. Ecco perché, su queste premesse, sferravano alle prostitute calci e pugni all'addome e in altre parti del corpo dove la presenza di eventuali lividi sarebbe stata notata solo in un secondo momento.

A propiziare le indagini delle forze dell'ordine è stata l'iniziativa di due delle ragazze aggredite, le quali dopo essersi opposte alla banda hanno denunciato l'accaduto. E lo straniero finirà sul banco degli imputati il prossimo gennaio.

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