"858 fascicoli arretrati": scure del Csm contro il "giudice poeta"

È stato sospeso dal Csm il giudice Ernesto Anastasio: gli arretrati ammontano a 858 fascicoli che ha accumulato in 10 anni. Ecco le motivazioni e il perché del suo soprannome

"858 fascicoli arretrati": scure del Csm contro il "giudice poeta"
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Ha accumulato arretrati per 858 fascicoli, un vero e proprio record, ed è stato finalmente sospeso dal lavoro e dallo stipendio dalla sezione disciplinare del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura): è la storia del magistrato del Tribunale di Sorveglianza di Perugia, Ernesto Anastasio, che viene contestato già da un decennio per i ritardi del lavoro che, fondamentalmente, non ha svolto.

Cosa dice l'ordinanza

"È un magistrato che sostanzialmente rifiuta il lavoro gettando discredito sull'intera amministrazione giudiziaria", riporta l'ordinanza che ha accolto la richiesta inoltrata dalla Cassazione. La misura intrapresa nei confronti di Anastasio evita "ulteriore grave pregiudizio" ai diritti dei detenuti e al corretto funzionamento del Tribunale perugino. Come appreso dall'Ansa, oltre a non lavorare avrebbe omesso di depositare, andando ben oltre le scadenze, numerosi provvedimenti che riguardavano le condizioni di vita dei carcerati. In passato si erano già verificate numerose proteste da parte dei detenuti del carcere umbro.

Perché viene chiamato "il giudice-poeta"

Le contestazioni nei confronti del giudice Anastasio partono da lontano: sì, perché dei problemi c'erano già stati quando era giudice in Campania, nello specifico a Torre Annunziata e a Santa Maria Capua Vetere. L'uomo, 54 anni, viene soprannominato "il giudice-poeta" per la sua passione nei confronti della poesia che è emersa anche nella perizia che è stata eseguita durante il procedimento disciplinare dal quale è emerso un ipotetico disturbo della personalità ma soprattutto l'insoddisfazione per il suo lavoro e gli interessi che ha verso altre materie (questo materiale è stato certificato).

L'ordinanza del Csm spiega le ragioni per le quali la sospensione dalle sue facoltà lavorative sia l'unica strada percorribile: non è pensabile che il magistrato possa ormai cambiare perché "non è in grado di superare con le sue attuali risorse psicologiche le difficoltà che incontra sul piano dell'efficienza lavorativa". Nessuno crede che, a questo punto, Anastasio possa far vedere un'inversione di tendenza nei suoi comportanti per le numerose sanzioni comminate a suo carico con il trasferimento da Santa Maria Capua Vetere a Perugia che, però, si è rivelato del tutto infruttuoso. La sospensione servirà a evitare situazioni più spiacevoli ai diritti dei detenuti.

Il provvedimento è stato sollecitato dal Procuratore Generale della Cassazione, Luigi Salvato, che ha sottolineato come Anastasio abbia violato i doveri di diligenza e laboriosità per aver ritardato "in modo reiterato, grave e ingiustificato" decisioni che andavano prese nel più breve tempo possibile e con la massima urgenza

avendo "condotte molto gravi". Questi ritardi, poi, hanno inciso "molto negativamente" anche su tutto il Tribunale di Sorveglianza di Perugia costringendo i suoi colleghi a pesanti e straordinarie mole di lavoro.

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