Giudice accoglie il ricorso del Governo e la Ong tedesca sbotta annunciando ricorso

Alla Ong tedesca non è piaciuto che un giudice non si sia accodato ai suoi colleghi italiani. A Crotone è stata decisa l'inammissibilità: il fermo è stato giusto

Giudice accoglie il ricorso del Governo e la Ong tedesca sbotta annunciando ricorso
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A Crotone il giudice Alfonso Scibona ha ritenuto improcedibile il ricorso presentato dalla Ong Sos Humanity contro il fermo amministrativo del 2 dicembre 2023 per violazione del decreto Cutro. Il giudice, andando controcorrente rispetto ai suoi colleghi che in precedenza hanno accolto i ricorsi delle Ong per le stesse motivazioni, ha ritenuto di non poterlo accettare in quanto la nave tedesca ha interferito con un intervento sui migranti già in corso da parte della Guardia costiera libica, in diritto di operare in quelle acque Sar di sua competenza. Comprensibile, dal suo punto di vista, lo sdegno dell'organizzazione tedesca, convinta che avrebbe vinto facilmente anche a fronte delle precedenti decisioni dei tribunali italiani. Ma stavolta non è andata così.

"Ciò è in netta contraddizione con le precedenti decisioni dei tribunali, nonché con le prove di crimini contro l’umanità contro migranti e rifugiati in Libia commessi dagli stessi attori libici presentate dalle Nazioni Unite", si lamenta oggi l'organizzazione tedesca. Le Ong, d'altronde, non sono abituate a ricevere dinieghi, hanno sempre avuto il sostegno dei partiti oggi all'opposizione e dei tribunali. Anche per questo oggi si trovano spaesati nel dover accettare che ci sia chi contesta il loro lavoro. L'avvocato Cristina Laura Cecchini, che rappresenta SOS Humanity presso il tribunale di Crotone, sembra sicura quando afferma che "la detenzione di navi di soccorso non governative da parte delle autorità italiane costituisce una grave violazione del diritto europeo e internazionale, evidenziata dal fatto che la base giuridica di questa pratica è attualmente contestata presso la Corte Costituzionale di Roma". Contestata, appunto. La Corte non si è ancora espressa nel merito.

L'avvocato lamenta la decisione di inamissibilità del giudice, che "sembra violare gravemente il diritto alla difesa in quanto non lascerebbe alcun rimedio legale contro una sanzione illegittimamente imposta. Questa decisione contraddice numerose sentenze già emesse in tutta Italia". Ma quelle sentenze, ufficialmente, non fanno giurisprudenza. Pertanto, se il giudice ritiene che vi sia stata una mancanza e una irregolarità da parte della Ong, e la motiva, è suo dovere procedere di conseguenza. Per l'avvocato, "il giudice non riconosce un fatto significativo che diverse sentenze e istituzioni internazionali hanno evidenziato: la cosiddetta Guardia Costiera libica non può essere considerata un attore legittimo di ricerca e soccorso. Pertanto, SOS Humanity ricorrerà in appello contro questa decisione".

Ma alla Libia è stata assegnata dalle autorità internazionali un'area Sar: chi ha competenza in quell'area? La Guardia costiera libica oppure (come vorrebber) le Ong? Era chiaro che per le Ong le sentenze che delegittimavano

l'operato della Guardia costiera libica sarebbero diventate ottime carte da utilizzare come precedenti nei ricorsi, usate come leva contro il governo e conto l'Europa. Nei prossimi mesi si avranno notizie sul ricorso.

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