Crudeltà, premeditazione, futili motivi e convivenza. Sono le quattro le aggravanti all'omicidio volontario contestate dalla procura di Milano che ha chiesto il rito immediato per Alessandro Impagnatiello, il killer di Giulia Tramontano, la 29enne uccisa a Senago, nel milanese. La richiesta di giudizio immediato è partita dalla segreteria della pm Alessia Menegazzo, che coordina l'inchiesta insieme all'aggiunta Maria Letizia Mannella e arriverà sul tavolo del gip Angela Minerva. Inchiesta che è stata condotta dalla squadra omicidi dei carabinieri di Milano. Il 30enne è accusato anche di occultamento di cadavere e procurato aborto.
Secondo gli investigatori, Impagnatiello avrebbe iniziato ad avvelenare la ragazza, la cui famiglia è assistita dall'avvocato Giovanni Cacciapuoti, con il topicida (poi ritrovato nel suo appartamento) già nelle settimane precedenti. Le ricerche web lo inchiodano: “Quanto veleno serve per uccidere una persona”, digiterà il 7 gennaio. E a marzo Impagnatiello riceverà a casa un pacco con il cloroformio, un'altra sostanza tossica. Ma già a dicembre, cioè poco dopo avere scoperto di aspettare un bambino, la donna si era lamentata con la madre dell'acqua che sapeva “terribilmente” di ammoniaca.
Dagli esiti dell'autopsia la donna fu uccisa con almeno 37 coltellate. I fendenti sono stati inferti non al feto ma al collo e alla schiena, tra le scapole. Una anche al volto, vicino al sopracciglio.
In sede di convalida del fermo, il gip aveva escluso l'aggravante della crudeltà. La 29enne è stata poi avvolta in un cellophane e il corpo gettato in un vialetto colmo di erbacce tra due box in via Monte Rosa a Senago, a 700 metri dalla casa in cui viveva la coppia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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