Quella donna era "cosa mia" e nessuno doveva avvicinarsi. È la frase choc attribuita a Nicolò Passalacqua, il 23enne rom condannato a 20 anni e 4 mesi di reclusione per aver ridotto in fin di vita Davide Ferrerio, il giovane tifoso del Bologna aggredito l'11 agosto 2022 a Crotone per uno scambio di persona. Espressione che ha mandato su tutte le furie la madre del ragazzo bolognese: "La donna non è proprietà di nessuno. Un essere umano non può essere 'cosa' di nessuno", dice Giusy Orlando. La frase "incriminata" è stata in parte ripresa dal legale dell'imputato, l'avvocato Stefano Iannone, nelle motivazioni difensive dell'appello che si terrà il prossimo 24 gennaio.
La madre di Ferrerio: "La donna non è una proprietà"
L'espressione, più che colorita di Passalacqua, è stata riproposta dal difensore del 23enne per descrivere e motivare l'azione del suo assistito "come un'aggressione - riporta il Corriere.it -che voleva solo percuotere, anche con la forza, il giovane antagonista, facendogli capire che quella ragazza era 'cosa sua' e nessuno doveva avvicinarsi". Ma secondo Giusy Orlando, quella frase "sarebbe frutto di una subcultura patriarcale e mafiosa, una cultura della violenza e del possesso che viene utilizzata addirittura per difendere chi ha ridotto mio figlio in quello stato".
Il gip: "Voleva rivendicare il suo possesso su Martina"
La ragazza di cui si parla è Martina Perugino, all'epoca dei fatti minorenne, di cui Passalacqua si era invaghito e per la quale Davide Ferrerio, designato erroneamente come presunto rivale in amore, è stato ridotto in fin di vita. L'attribuzione del possesso da parte dell'imputato sulla giovane viene sottolineato anche dal gip nelle motivazioni della sentenza di condanna: "L’aggravante dei motivi abbietti - scrive il giudice -è avvalorata, infatti, dal voler difendere ciò che è suo, infliggendo una punizione esemplare a colui che aveva cercato un approccio con la ragazza che stava frequentando".
"Quando mi toccano le mie cose vado in bestia"
Passalacqua manifesta un atteggiamento possessivo anche quando, nel corso di una telefonata con Martina intercettatadagli investigatori, dice: "Quanto mi toccano quello che non mi devono toccare vado in bestia". Ora però spetterà al difensore, nell'udienza d'appello, tentare di smontare la tesi dell'accusa.
L'obiettivo dell'avvocato Stefano Iannone è quello di dimostrare che Davide Ferrerio si trova in coma per aver batutto la testa sul marcepiede nel corso della colluttazione con il suo assistito e che i danni riportati sarebbero attribuibili a una pregressa patologia ossea del ragazzo. In questo modo il capo d'imputazione passerebbe, nel caso in cui i giudici accogliessero le motivazioni difensive, da tentato omicidio a lesioni gravissime.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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