"Ong salvata e autorità libica sconfessata": il pericoloso precedente dei tribunali italiani

La Ong esulta per il salvataggio del giudice di Crotone: "La corte non classifica le attività del centro di controllo dei soccorsi libici e della cosiddetta guardia costiera libica come misure di ricerca e salvataggio, ma come rimpatri illegali"

"Ong salvata e autorità libica sconfessata": il pericoloso precedente dei tribunali italiani
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Ennesimo soccorso per le Ong dai tribunali italiani: il giudice Antonio Albenzio, della sezione civile del Tribunale di Crotone, ha annullato il fermo della nave Humanity 1 nel porto calabrese. A suo dire, quella della guardia costiera libica era un'operazione di salvataggio "insussistente" e quindi "nessuna condotta ostativa è riscontrabile" nei riguardi della Humanity 1 "la quale, in tale, contesto, è risultata l'unica imbarcazione ad intervenire per adempiere, nel senso riconosciuto dalle fonti internazionali, al dovere di soccorso in mare dei migranti".

La decisione del giudice Albenzio crea un precedente rischioso, in quanto sembra disconoscere l'autorità della guardia costiera libica e, di conseguenza, ogni intervento condotto dal corpo militare del Paese nordafricano rischia di essere sconfessato dai giudici. La decisione arriva dopo la sospensione attuata al provvedimento di fermo emesso lo scorso 5 marzo, sospeso poi il 18 dello stesso mese dallo stesso giudice. La decisione assunta oggi da Albenzio non può essere in alcun modo impugnata dalle parti e risulta essere definitiva. Basandosi su questa sentenza, d'ora in poi le Ong potrebbero sentirsi legittimate a operare ignorando completamente le indicazioni della guardia costiera libica. Non va dimenticato che il corpo navale libico ha autorità su un'ampia zona di acque Sar del Mediterraneo, le stesse in cui sono solite operare le navi delle Ong nelle loro missioni di recupero dei migranti.

"La corte sottolinea che l’equipaggio dell’Humanity 1 ha salvato vite umane in conformità con la legge applicabile, mentre la cosiddetta Guardia costiera libica ha messo in pericolo vite umane", è il commento della Ong Sos Humanity, che gestisce la nave omonima. E sono proprio loro a spiegare perché la sentenza del giudice Albenzio diventa un precedente ad alto rischio: "La corte non classifica le attività del centro di controllo dei soccorsi libici e della cosiddetta guardia costiera libica come misure di ricerca e salvataggio, ma come rimpatri illegali in un Paese che non è un luogo sicuro".

Ci sono ancora alcuni giudizi pendenti su navi i cui provvedimenti sono stati sospesi ma nel momento in cui il nostro Paese, tramite i suoi giudici, sconfessa l'autorità della Libia, il sistema Sar subisce un grave contraccolpo e le Ong si sentiranno autorizzate a contravvenire a ogni ordine in acque Sar di competenza nordafricana.

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