Attorno alle 10.30 di questa mattina, Matteo Renzi è arrivato al tribunale di Firenze per l'udienza del processo Open. Il senatore si è presentato davanti al gup per la discussione della richiesta di rinvio a giudizio. Il presidente di Italia viva è indagato, insieme ad altre persone, per presunte irregolarità riguardo ai finanziamenti alla fondazione. Sotto braccio, Renzi ha portato alcuni libri e a chi gli chiedeva cosa fossero, ha risposto: "Ragazzi, ho qualcosa per voi alla fine dell'udienza: quaderno rosso per toga rossa".
Il quaderno rosso portato da Matteo Renzi in più copie, come spiegato dallo stesso senatore al termine dell'udienza, contiene i 20 capi d'accusa mossi dal senatore nella denuncia disciplinare contro i pm fiorentini, da lui stesso annunciata il 27 gennaio scorso. Ma proprio quei libretti sono stati alla base di un nuovo scontro tra il senatore e il sostituto procuratore Luca Turco. Quando il pm è arrivato in aula, apprende l'Adnkronos, Renzi era al suo posto. A quel punto, Turco gli si sarebbe rivolto dicendo: "Ma perché lei ha tutti questi quaderni? Lei non può portarli qui". Pronta la replica del senatore, che non ha arretrato davanti all'appunto mosso dal procuratore, al quale avrebbe risposto: "Ma come si permette? Lei non ha alcun titolo per dirmi che cosa portare e cosa no. Decide il giudice, non lei. Faccia il suo e non si permetta".
Tra i due non è la prima volta che si verificano attriti da quando è stato aperto il fascicolo sulla fondazione Open. Al termine dell'udienza, il senatore ha lasciato l'aula e, ai cronisti che lo attendevano, ha spiegato: "L'ho distribuito in aula e messo a disposizione di tutti". E a chi gli ha chiesto spiegazioni sulle sue affermazioni di questa mattina sul "quaderno rosso per toga rossa" ha risposto: "Il pm Luca Turco è notoriamente iscritto a una corrente che voi giornalisti avete ribattezzato rossa". Quindi, Renzi ha aggiunto: "Noi abbiamo rispettato la legge, lui no. Come quando ha inviato del materiale che avrebbe dovuto distruggere al parlamento".
Il fondatore di Italia non arretra dalle sue accuse e, anzi, incalza: "Siamo di fronte a un processo all'incontrario in cui l'accusa pur di attaccarci non ha rispettato la Costituzione, le sentenze della corte di Cassazione e la legge.
Il quaderno è un atto che abbiamo consegnato al Csm e oggi anche in udienza abbiamo chiesto che entri negli atti del processo". La decisione se acquisire o meno il quaderno rosso è nelle mani del gup Sara Farini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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